San Marino e mafia cinese, relazione Dna

San Marino e mafia cinese, relazione Dna

Antonio
Fabbri di
L’Informazione di San Marino titola: Dna: mafia cinese movimentava miliardi
attraverso migliaia di piccole operazioni
/ Anche per la criminalità dagli
occhi a mandorla il Titano veicolo preferenziale del denaro sporco. Così
facendo eludeva i sistemi di controllo

Nella vicenda
era finito sotto custodia cautelare anche Luciano Cardelli

che poi ha chiarito la sua posizione ed è stato scarcerato prima e ha visto
revocati i domiciliari subito dopo, nel luglio 2010. Cardelli ha sempre
sostenuto la regolarità di tutti i movimenti fatti attraverso la sua Fininternational, l’adeguata verifica e le opportune
segnalazioni fatte agli organismi di vigilanza. Resta il fatto che la Dna cita
il caso come emblematico dei flussi di denaro della malavita cinese. “In
particolare, i membri di una famiglia cinese avevano acquisito la
partecipazione societaria in un intermediario finanziario operante nel settore
del “money transfer

con sede a Bologna e con sub-agenzie sparse su tutto il territorio nazionale,
determinando un’improvvisa ed esponenziale crescita della raccolta di denaro da
trasferire in Cina. Per comprendere le dimensioni delle operazioni di
riciclaggio basti considerare che sono stati accertati, nel periodo ottobre
2006 – giugno 2010, trasferimenti in Cina pari a circa 5 miliardi di euro, solo
in minima parte oggetto di regolari rimesse all’estero. Altra metodologia
accertata nella citata indagine, per riciclare il denaro verso la Cina, è
l’utilizzo di una società finanziaria-fiduciaria con sede centrale e legale in
San Marino e sedi a Forlì, Bologna e Milano, ma anche a Lugano, Montecarlo,
Lussemburgo e Londra”, scrive la Dna, anche se Cardelli ha sempre sostenuto che
la sua finanziaria ha una unica sede a San Marino. 

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