13/09/2004Sistema sociale ed affarismo Ovvero la involuzione della Democrazia Cristiana in campo sociale

13/09/2004Sistema sociale ed affarismo  Ovvero la involuzione della Democrazia Cristiana in campo sociale

Sistema sociale ed affarismo

Ovvero la involuzione della Democrazia Cristiana in campo
sociale
 

Comunicato di risposta di due Segreterie di
Stato

 

San Marino
Oggi
13/09/2004 (Per foraggiare gli affaristi si intacca il sistema
sociale
)

Dunque alle famiglie che
hanno figli che frequentano una scuola dentro o fuori territorio sarà chiesto,
annualmente, un contributo per il trasporto. Più figli si hanno più si paga.

Il trasporto scolastico
gratuito risale al 1963. Lo si volle appunto gratuito per favorire le famiglie
meno abbienti.

C’era la Democrazia Cristiana al governo in quegli anni. E sono
stati, in primo luogo, i democristiani coloro che promossero e sostennero tali
provvedimenti. Gli stessi democristiani che promossero e sostennero l’erogazione
gratuita dei libri per tutti i bambini ed i ragazzi della scuola dell’obbligo. E
provvidero a coprire tutte le spese sostenute dalle famiglie che avevano figli
che frequentavano scuole fuori territorio con un sostanzioso assegno di studio.
E per le famiglie che avevano figli all’università l’assegno di studio arrivò ad
essere pari allo stipendio di un impiegato dell’Amministrazione Pubblica ai
primi livelli.

Questo ha fatto la Democrazia Cristiana di quegli anni. Come
impegno prioritario appena salita al governo dopo i fatti di Rovereta, impiegò
le prime risorse che furono nella disponibilità del governo per avviare
numerosissime ristrutturazioni di edifici scolastici e per costruirne di nuovi.

La scuola è stata considerata dalla Democrazia Cristina di
quegli anni il settore in cui investire con precedenza assoluta. E così fu per
parecchio tempo. Poi le cose cambiarono. Fino allo stravolgimento degli anni
Novanta, quando si cominciò a dilapidare le risorse pubbliche (man bassa anche
dei beni pubblici immobiliari!) per foraggiare le cordate politico-affaristiche.

Oggi, per continuare a foraggiare le cordate
politico-affaristiche, si intacca il sistema sociale. Si comincia a far pagare i
servizi scolastici, come si è cominciato a far pagare le medicine.

L’introduzione del contributo delle famiglie al trasporto
scolastico servirà a coprire una parte del canone d’affitto per il parcheggio
dell’Admiral Point? Gli edifici scolastici continueranno a rimanere
insufficienti e insicuri perché le risorse dello Stato devono essere destinate,
prioritariamente, a costruire la viabilità attorno al World Trade Center?

 

 RISPOSTA 
delle  Segreterie di Stato per la  Pubblica Istruzione e  per i Trasporti

COMUNICATO

              Il Prof. Marino Cecchetti, in merito all’introduzione di un
contributo per i trasporti scolastici, afferma una verità parziale. E’ esatto
infatti che la Legge sul diritto allo studio, del 21 gennaio di quest’anno,
prevede che gli studenti si facciano carico, “una tantum”, di 50 euro per i
trasporti interni e di 70 euro per quelli esterni.

              Ma il Prof. Cecchetti ha probabilmente letto un po’
frettolosamente la Legge e non si è accorto che essa – oltre ad aver esteso
numerosi vantaggi a studenti che frequentano fuori territorio corsi esistenti
anche a San Marino – fa sì che quel contributo non sia solo funzionale ad un
coinvolgimento dei beneficiari nelle spese per i trasporti scolastici, ma
consenta “di agevolare la mobilità dei giovani per la partecipazione ad attività
formative, sportive e ricreative”.

              Questo significa che ogni studente, che frequenti
all’interno o all’esterno della Repubblica, potrà avvalersi, senza ulteriori
aggravi, del trasporto pubblico interno per necessità che vanno oltre il normale
utilizzo per gli spostamenti fra la propria abitazione e la scuola. E per 50 o
70 euro all’anno ne può valere persino la pena!

              Oltre a ciò – e anche questo va detto con chiarezza –
sarebbe bene che prima o poi si realizzasse l’inversione di una tendenza
culturale che ci ha ormai abituato ad avere dallo Stato tutto quello di cui
abbiamo bisogno, compreso il superfluo.

              Capito questo, forse si potrebbero evitare le periodiche e
stucchevoli polemiche sulla destinazione degli introiti, che, non essendo così
elevati, non consentiranno forse né la ristrutturazione né la costruzione di
nuovi edifici scolastici. I quali comunque – nonostante le insinuazioni
maliziose del Prof. Cecchetti – verranno sia ristrutturati sia costruiti, anche
con sempre più ricorrenti e auspicabili sinergie fra pubblico e
privato. 

San Marino, 13 settembre 2004/1704 d.F.R. 

 

LE SEGRETERIE DI STATO

PER LA PUBBLICA ISTRUZIONE

E PER I
TRASPORTI

REPLICA 

Fa piacere che la Segreteria di Stato per la Pubblica Istruzione
valuti l’erogazione del contributo per il trasporto scolastico da parte delle
famiglie (50 oppure 70 euro) come una opportunità anziché come un balzello
aggiuntivo. Converrà, però, che il modo fa pensare a ben altro. Ad esempio per
l’obbligatorietà. Singolare anche la modalità di riscossione: praticamente una
trattenuta alla fonte. Insomma massima diffidenza quando in ballo sono piccole
somme. Per converso grande tolleranza lo Stato mostra quando l’ammontare è molto
elevato: personaggi chiacchierati per colossali e inveterate questioni di
rapporto col fisco, sono imposti dal mondo politico quali campioni di virtù
civiche.

San Marino, 14 settembre
2004

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