18/09/2007Contrasti nel governo sui giochi e reazioni di Alleanza Popolare Seguono due interventi di Alleanza Popolare frammezzati da una controreplica

18/09/2007Contrasti nel governo sui giochi e reazioni di Alleanza Popolare  Seguono due interventi di Alleanza Popolare frammezzati da una controreplica

Contrasti nel governo sui giochi e reazioni di Alleanza Popolare

Seguono due interventi di Alleanza Popolare frammezzati da una
controreplica

 L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO 18/09/2007 (Tre ipotesi per
un Business)

L’ing. Marino Grandoni  ha chiesto di inserirsi nel
programma governativo “Repubblica del Gioco d’Azzardo”, che porta da uno a
cinque – e forse ancor più – i ‘casinò automatizzati’ modello Rovereta, sulla
base delle concessioni già in essere e di nuove.

Grandoni, titolare di una di tali concessioni, ha
presentato un progetto per aprire a Ponte Mellini. Di diverso da Rovereta solo
la superficie (
6400 mq), il numero delle macchinette (250), ma anche gli introiti
per lo Stato. Lo Stato invece dei 10 milioni di euro circa attualmente ricavati
da Rovereta, ne riceverebbe da Ponte Mellini ben 28 milioni. Ed a Ponte Mellini
lo Stato avrebbe il 51% delle azioni della società di gestione come a Rovereta
(solo a seguito del ritiro della Cogetech la partecipazione statale a Rovereta è
salita al 76%).

Però sull’autorizzazione a Grandoni la maggioranza si
divide. Perché? Le parti, di fatto, tacciono sul perché. Tacciono – a pensar
male – per non pregiudicarsi l’occasione di trovare poi comunque un punto
d’incontro su cotanto affare? Proviamo a fare qualche altra ipotesi.

Prima ipotesi. Illudiamoci  che  finalmente i governanti si
siano accorti che l’uomo bastone del pollaio (in cui da anni andiamo
sintetizzando il sistema di corruzione collegato ai giochi) ha vinto su tutta la
linea. E, finalmente, la loro coscienza cominci a prudere. Infatti la
partecipazione dello Stato alla gestione dei giochi non ha affatto ridotto i
pericoli connessi a tale genere di attività. Anzi addirittura ha stimolato la
gente a estendere il modello a quello dei casini e – perché no? – agli spacci di
cannabis. Insomma anziché moralizzare il paese sanando il settore dei giochi con
la partecipazione statale, ne hanno fatto una sola montagna maleodorante.
L’odore è arrivato anche alle loro narici?

Seconda ipotesi. Alla base del ripensamento c’è  un
richiamo dell’Italia al rispetto del divieto del  gioco d’azzardo sul Titano.
Potrebbe essere.  Quello che si pratica a Rovereta  è gioco d’azzardo.
Altrimenti verrebbe da pensare che Grandoni e tutti coloro che premono per avere
le concessioni siano
così sciocchi da investire in un’impresa che
gestisce solo il gioco della tombola e qualche decina di flipper
”, come ebbe
a dire a suo tempo Mario Venturini a proposito di Novomatic.

Terza ipotesi. I
tre partiti di governo  sponsorizzano ciascuno propri titolari di concessioni.
Finora la parte del leone l’ha fatta  Ap,  protagonista  a Rovereta e sponsor –
ufficiale? – di Casinos Austria. Un tempo Casinos Austria era collegato al Psd
attraverso  Alvaro Selva. E così bene da inserirsi addirittura nelle trattative
fra San Marino e Italia per l’accordo di cooperazione, fino a far sospettare una
svendita delle prerogative della sovranità in cambio proprio del silenzio
assenso da parte dell’Italia su sale giochi sul Titano partecipate appunto da
Casinos Austria. 

Ora il Psd
sostenendo Grandoni si vendica un po’ del tradimento di   Casinos Austria. Ap
invece non vuole un concorrente diretto – per dimensioni, attrezzature,
collocamento lungo la superstrada – del ‘casinò automatizzato’  che andrà ad 
attivare nell’ex Garage Masi appunto Casinos Austria (previo accordo con la
Giochi San Marino e Novomatic).

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Prima reazione di Alleanza Popolare

L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO 19/09/2007 (“Alcune ipotesi
per una persona confusa”)

Il signor Marino Cecchetti si è inserito nel dibattito sui
giochi della sorte. Afferma di conoscere gli introiti della sala dei giochi di
Rovereta, cosi come quantifica con sicurezza i copiosi introiti che il
prospettato megaprogetto di Grandoni porterebbe nelle casse della Repubblica. Di
fronte alle perplessità sorte all’interno della maggioranza, da parte di
Alleanza Popolare e Sinistra Unita, attorno all’ipotesi dell’insediamento a
Ponte Mellini di una megasala da gioco, afferma di non conoscere e di non capire
le motivazioni di tali dubbi. Attingendo ad un patrimonio personale di
conoscenze, a quanto sembra sterminato e pari solo alla banca dati della C.I.A.,
illustra con sicurezza una serie di ipotesi che finalmente ( a suo dire) svelano
i segreti più inconfessabili intorno ai giochi. Davanti a tanta vantata
sapienza, assolutamente disgiunta da elementi oggettivi ma basata soprattutto su
congetture talvolta perfino ridicole, si può provare a fare qualche ipotesi a
spiegazione di tanto impegno a coinvolgere Alleanza Popolare negli scenari più
improbabili.

Prima ipotesi.

Nonostante il fatto che Alleanza Popolare non abbia fra le
proprie file 31 consiglieri, e quindi è chiamata a mediare le proprie posizioni
con le altre forze politiche della maggioranza, il Cecchetti è convinto che
Alleanza Popolare possa imporre i propri punti di vista sui giochi con il solo
schiocco delle dita. Forse segretamente caldeggia una svolta autoritaria da
parte di AP.

Seconda ipotesi.

Nonostante il fatto che l’attuale maggioranza abbia chiuso il
lungo periodo dell’esercizio incontrollato dei giochi, in regime di monopolio
privato, introducendo un reale controllo dello Stato, il Cecchetti continua a
sostenere che nulla è cambiato come se avesse ha vissuto gli ultimi due anni su
un’isola deserta. Del resto tanti guai intorno ai giochi sono stati creati con
il ruolo decisivo di un partito, la Democrazia Cristiana, nelle cui file si è
candidato alle ultime elezioni. Forse è vittima di uno sdoppiamento di
identità.

Terza ipotesi.

Nonostante il fatto che Alleanza Popolare abbia ripetutamente
affermato di ritenere incompatibile il megaprogetto di un imprenditore privato
con l’accordo complessivo riguardante l’esercizio dei giochi a San Marino,
perché avrebbe stravolto un equilibrio già di per se difficile, il Cecchetti non
riesce a capire il perché di queste perplessità. Forse auspica, segretamente,
uno sviluppo incontrollato e sproporzionato delle sale da gioco a San Marino,
meglio se con megaprogetti di privati, perché cosi alla fine, dinanzi agli
inevitabili gravi problemi, potrà dire “avevo ragione io”.

Per concludere, a proposito delle farneticazioni sui rapporti
fra Alleanza Popolare e Casinos Austria, consigliamo al signor Cecchetti di
rileggersi gli atti della commissione consiliare di inchiesta, che ha concluso i
suoi lavori nella primavera di quest’anno. In quegli atti sono ben delineati i
personaggi, nomi e cognomi ( fra cui cinque consiglieri della vecchia DC ) che
si dedicavano a pellegrinaggi in località amene dell’Austria, ospiti della
Casinos Austria. Non vi sono fra questi esponenti di Alleanza Popolare.

 

18 settembre 2007                

                                                                           
Alleanza Popolare      

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Intervento di Mario Cecchetti 

L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO 20/09/2007 (Da Ap solo
offese alla persona)

Allenza Popolare
in merito all’articolo sul contrasto nel governo sui giochi, non avendo
argomentazioni da addurre, ha risposto, al solito, con offese alla persona.

Il contrasto non
deriva, come si sperava, da una crisi di coscienza per il disastro provocato
dalla proliferazione dei giochi. Un disastro vero. La tanto declamata
partecipazione dello Stato, anziché tagliare le unghie agli speculatori, ne ha
reso gli appetiti pantagruelici. Chi avrebbe mai pensato, prima dell’avvento di
questo governo, a un complesso per i giochi come quello dell’ing. Marino
Grandoni?

Dalla risposta di
Ap risulta che l’Italia continua a tacere sui giochi. Cioè finge di credere ai
nostri governanti  quando dicono che a Rovereta c’è solo un oratorio con tombole
e flipper. Però non ratifica l’accordo contro le doppie imposizioni. Però
aggiunge ipoteche sempre più pesanti sulla nostra sovranità  al tavolo della
trattativa per l’accordo di cooperazione. Firmato l’accordo di cooperazione, chi
ci dice che – in piena legittimità – non tirerà fuori l’accordo del 1953?

La risposta di Ap
conferma che la provocazione verso l’Italia, in materia di giochi, cresce giorno
dopo giorno. Esempio, Casinos Austria. Prima la società era sponsorizzata dal
Psd, come dimostrano le relazioni della Commissione d’Inchiesta sui giochi. Ora
è Ap a sponsorizzarla come dimostrano le entusiastiche dichiarazioni di Tito
Masi dopo l’ultimo incontro ufficiale appunto con la società predestinata all’ex
Garage Masi in accordo con la Giochi San Marino (e Novomatic), un tempo aborrita
da Ap ed ora normalmente frequentata.

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Seconda  reazione di Alleanza Popolare

L’INFORMAZIONE DI SAN MARINO 21/09/2007 (A proposito
di…)

In riferimento alle presunte offese arrecate
da Ap al signor Marino Cecchetti, non  possiamo che ribadire di avere
semplicemente cercato di dare qualche contributo di chiarezza ad una persona che
a noi sembra abbastanza confusa per quanto attiene all’argomento giochi.
Inoltre, a proposito di offese, dobbiamo ricordare al sig. Cecchetti che
recentemente, nell’ambito di un procedimento penale, egli ha dovuto riconoscere
di avere espresso frasi ingiuriose verso Alleanza Popolare, chiedere scusa e
pagare un risarcimento simbolico.
Per quanto riguarda, invece, il perdurare
delle affermazioni confuse sulle vicende dei giochi vogliamo fare un ulteriore
tentativo di fornire elementi di chiarezza, anche se con scarse speranze che il
sig. Cecchetti li possa recepire.
L’epoca dei giochi si è aperta a San
Marino con la firma della convenzione con la società GHM di Singapore, che
doveva realizzare un discutibile albergone a Murata, ma che invece si è occupata
solo di sale da gioco. Le firme sulla convenzione sono ben note, e fra loro non
vi sono esponenti di AP ma di molti Democristiani, e non solo. Negli anni a
seguire la vicenda della San Marino Giochi, figliastra della GHM di Singapore, è
stata caratterizzata da una sequela di favori, da un’assoluta mancanza di
controlli e da molti dubbi sugli effettivi profitti di questa società privata
che ha operato in condizioni di monopolio. In prima fila in tutte queste vicende
poco onorevoli, vi furono costantemente, fra gli altri, molti Democristiani ma
non esponenti di AP.
Nell’attuale maggioranza, che ha messo fine a questo
poco edificante periodo, non vi sono Democristiani ma, fra gli altri, esponenti
di AP.
Alleanza Popolare avrebbe volentieri chiuso definitivamente il
discorso dei giochi, in quanto ha una visione dello sviluppo economico e sociale
del Paese che prescinde da questo ambito, ma per via di un’inevitabile
mediazione con gli alleati dell’attuale maggioranza, ha trovato una soluzione
che comunque chiude nettamente con il passato. Infatti, ora non esiste più un
monopolio privato, vi è una presenza concreta dello Stato, e controlli
finalmente seri.
Per quanto riguarda “l’avvento” nei giochi di Grandoni, a
Cecchetti continua a sfuggire il fatto che la concessione, la società ed il
diritto di occuparsi di queste attività gli fu dato (e non solo a lui) da un
governo del passato guidato da Democristiani, non da esponenti di AP.
Per
quanto riguarda gli atti della Commissione Consiliare d’Inchiesta, Cecchetti
continua ad ignorare che per quanto attiene ai viaggi in Austria di consiglieri
della Repubblica di San Marino, ospiti della Casinos Austria, i nomi sono in
maggioranza di Democristiani, e nessuno di AP.
Per quanto riguarda le
trattative con la San Marino Giochi da parte dell’attuale maggioranza, a
Cecchetti continua a sfuggire che la proprietà del ex-garage Masi è proprio
della San Marino Giochi (che ha acquisito l’immobile negli anni di governo a
guida Democristiana). Se lo Stato lo rivuole, deve trattare con i proprietari.

Per quanto riguarda, infine, le trattative con l’Italia per l’accordo di
cooperazione, Cecchetti continua a teorizzare ipoteche sulla nostra sovranità e
problemi gravi per via delle attività dei giochi a San Marino. A noi non sembra
di avere visto Cecchetti seduto al tavolo delle trattative, quindi non
comprendiamo come possa fare simili affermazioni, che quindi sono soltanto
illazioni. I veri problemi di rapporti con l’Italia nascono da molti anni di
comportamenti spregiudicati di San Marino. Questa lunghissima sequela di
scandali e vicende poco edificanti sono avvenuti con governi caratterizzati da
una continua presenza di esponenti della Democrazia Cristiana, non certo di
esponenti di AP.
In conclusione possiamo comprendere l’imbarazzo di
Cecchetti, candidato nelle file della Democrazia Cristiana nelle ultime
elezioni, dinnanzi a questi fatti oggettivi. Questo, però, costituisce un
problema suo, non di Alleanza Popolare.

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