San Marino. Odg su Carisp: in Consiglio non passa per un voto

San Marino. Odg su Carisp: in Consiglio non passa per un voto

L’infrmazione di San Marino

L’odg su Carisp non passa per un voto, segnale politico per la maggioranza 

Consiglio, 26 no e 25 sì alla richiesta dell’opposizione di sostituire il presidente e di avviare azioni di responsabilità

Un segnale politico dopo la bagarre dei giorni scorsi sulle dimissioni di Celli arriva in Consiglio con l’Ordine del Giorno presentato dalle Opposizioni per impegnare il segretario per le Finanze Guidi “ad attivarsi per addivenire alla sostituzione dell’attuale presidente di Cassa di Risparmio, valutando eventuali azioni di responsabilità nei suoi confronti e per rendere disponibili ai membri del Cda di Cassa tutta la documentazione esaminata e prodotta dalla cosiddetta delegazione ristretta del Consiglio”. Ebbene, l’Odg viene sì respinto, ma con un solo voto di scarto: 26 voti contrari contro 25 a favore e un astenuto. 

Erano presenti 24 consiglieri di opposizione e 28 di maggioranza, quindi due consiglieri di maggioranza, al momento del voto si sono sfilati non votando compatti con Adesso.sm.

Sottolinea   Matteo Zeppa, Rete: “L’Odg risale al 27 novembre 2018 ed è assolutamente attuale. E’ stato impostato sulla famosa richiesta da parte di Zanotti, il presidente, di fare una delegazione ristretta, escludendo senza le pezze normative i membri di minoranza e il membro dell’opposizione votato in Consiglio, Gianfranco Vento. All’Aula con questo Odg vorremmo far valutare che la problematica della dirigenza, incarnata nella figura di Zanotti, in Cassa, che è lo Stato, sta continuando anche oggi a distanza di mesi dall’Odg su altre problematiche. Se vogliamo cercare collaborazione bisogna incominciare a farlo da questo Odg che pone punti chiari, ancora attuali. Ci auguriamo l’Odg possa trovare i voti anche della maggioranza per iniziare un nuovo discorso sulla banca sistemica. L’odg definisce che la presidenza di Zanotti è stata fallimentare”.

Interviene il segretario agli Interni, Guerrino Zanotti: “Sulla base dei verbali del Cda della Cassa, messi a disposizione dei Soci, Ecc.ma Camera e Fondazione Cassa, nel Cda svolto il 7 agosto 2018 si dà comunicazione della volontà del socio Ecc.ma Camera di procedere in modo riservato e celere ad esplorare le possibilità di consolidamento del settore creditizio per dare maggiore stabilità e concorrere a renderlo più competitivo e innovativo, anche a fronte di una possibile apertura del sistema nel caso di finalizzazione dell’accordo con Banca d’Italia. Sull’ipotesi di aggregazione Cassa-Bsm esprimo rammarico a nome anche del governo per il fatto che i soci di quest’ultima si siano dichiarati contrari. Sarebbe stata un’operazione di grande portata strategica e che avrebbe dato, a nostro parere, un riequilibrio dell’intero settore bancario”.

Commenta Roberto Giorgetti, Rf: “E’ noto che Cassa ha intrapreso un percorso che porterà a un riassetto della propria governance, passando per la nomina di un amministratore delegato, inevitabilmente ciò andrà collegato a una formulazione di un progetto industriale imprenditoriale per Cassa con certe caratteristiche, e immagino si ripercuoterà sugli stessi rapporti interni per il Cda. E’ normale che nell’ambito del Cda si diano mandati a persone o gruppi ristretti per approfondire certe dinamiche, poi sulla composizione dei gruppi è ovvio che ci possono essere opinioni diverse, ma di per sé questo non è assolutamente illegittimo. Lo sarebbe, se in ambito di questi gruppi più ristretti, le decisioni non venissero riportate nel Cda, deputato poi ad approvarle o meno. Nessun profilo di illegittimità e illegalità quindi. Mi sembra venga meno il presupposto dell’Odg che chiede di fatto di sfiduciare il presidente Fabio Zanotti, non credo sia compito di quest’Aula, anche dal punto di vista formale, sfiduciare il presidente di una società di diritto privato anche se di capitale pubblico”. Precisa Matteo Ciacci, C10: “Siamo arrivati a un momento intenso per Cassa, sul tavolo ci sono scelte decisive. Abbiamo un istituto di credito che comunque deve ripartire, sotto il profilo dei ricavi e nonostante costi strutturali importanti, per 140 dipendenti di cui 35 ancora a tempo determinato. Ci sono spese quindi legate al personale, alla gestione di 12 sportelli. Bisogna trovare leve utili al percorso di rilancio dell’istituto che questo Cda presieduto da Zanotti al momento ancora non ha dato. Del Piano industriale ancora abbiamo visto poco, c’è esigenza nelle prossime assemblee di riassestare la governance dell’istituto, prevedendo la nomina di un Ad che possa avere idee chiare sia sulla revisione dei costi, sia sul rilancio dell’istituto che ha una raccolta di circa 1,4 miliardi, ed è la banca più importante, ma non possiamo nasconderci che qualcosa va cambiata, che la governance va riassestata”.

 

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