San Marino. Rete col piglio di chi si sente già sullo scranno

San Marino. Rete col piglio di chi si sente già sullo scranno

“Puntiamo a gestire le consultazioni”

Antonio Fabbri

Roberto Ciavatta, con indosso l’ordinaria camicia nera, guida la conferenza stampa di Rete, alla quale come da lista di proscrizione del movimento il nostro giornale non è stato invitato. Lo fa, affiancato da Andrea Giani, Emanuele Santi ed Elena Tonnini, con il piglio di chi si sente già sullo scranno di una segreteria di Stato e non ne fa neppure mistero. “Puntiamo ad ottenere una posizione tale da avere l’incarico per aprire le consultazioni con tutte le forze politiche ad eccezione di Repubblica futura, che riteniamo responsabile di un clima di odio inaccettabile, nonché protagonista di una politica in continuità con gli ultimi 30 anni”.

Beh, sostenere che i responsabili del clima d’odio siano altri, quando si esce da sfuriate in Ufficio di presidenza e da blitz nei Cda di banche, tralasciando sequele di insulti consiliari ed extra consiliari, è una bella cartina di tornasole per comprendere quanto senso della realtà si abbia. Ma tant’è…

Con i suoi 75 candidati in coalizione con Dim, Rete è convinta di portare a casa il risultato e parla già da forza di governo: “Filo conduttore è il metodo di governo, che deve uscire dal clima di forzature e dall’incapacità di dialogo con le parti sociali ed economiche del Paese”, si legge nel suo comunicato che, anche quello, come da lista di proscrizione non è stato inviato al nostro giornale. Una affermazione tanto convinta, si fa per dire, che Rete, assieme alla Democrazia cristiana, al tavolone si è opposta all’inserimento di un articolo che prevedesse nella legge di bilancio l’istituzione di un tavolo quadripartito. Come dire: condivisione con le forze sociali, ma il tavolo quadripartito, anche no. L’articolo è stato inserito ugualmente, ma c’è da aspettarsi che possa essere il primo a saltare con la nuova maggioranza.

Poi una punta di vittimismo autocelebrativo che non guasta mai: “Rete fa paura e cercano in ogni modo di screditarci”. E di gettare discredito Rete se ne intende, vista l’esperienza che ha maturato soprattutto negli ultimi due anni e mezzo.

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