San Marino. Il Greco sconfessa di fatto le azioni della maggioranza

San Marino. Il Greco sconfessa di fatto le azioni della maggioranza

L’Informazione di San Marino: Il Greco sconfessa di fatto le azioni portate avanti a testa bassa dalla maggioranza

È redatto con lo stile diplomatico degli organismi internazionali, ma il rapporto del Gruppo europeo di Stati contro la corruzione (Greco) ha un peso soprattutto in questa fase dove si è accelerato per mettere in atto tutto il contrario di quanto l’organismo del Consiglio d’Europa raccomanda, facendolo in fretta e prima che il report venisse pubblicato. Il completamento in notturna del disegno di radere al suolo il Tribunale, cacciando anche i giudici di appello e retrocedendo il commissario della legge Simoncini, è l’ignobile prosecuzione di un percorso pianificato in barba alle raccomandazioni degli organismi internazionali. Si deve partire dal presupposto che il commissario per i diritti umani, Dunja Mijatović, aveva affermato nella sua lettera dell’8 settembre scorso: “Chiedo alle autorità di San Marino di astenersi dall’adottare ulteriori misure che possano alimentare tali accuse in attesa dell’adozione e della pubblicazione di tale rapporto e prima che eventuali raccomandazioni in esso contenute siano adeguatamente attuate”.

Un invito dolosamente ignorato, sia nei Consigli giudiziari del 9 e 10 settembre, sia in quello del 28 settembre, la cui convocazione, anzi, è stata accelerata proprio per anticipare la pubblicazione del rapporto del Greco.

Rapporto del Gruppo europeo di Stati contro la corruzione che per contenuti e gravità delle raccomandazioni, boccia quanto finora portato avanti a testa bassa e con prevaricazione della politica sulla autonomia della magistratura, violando i principi fondamentali che lo stesso Greco richiama. (…)

In sostanza quali sono i richiami che fa il Gruppo anti- corruzione?

Il primo  è quello che nella composizione del Consiglio giudiziario si limiti l’influenza politica. In barba a questo principio, tra l’altro già evidenziato da segretario generale del Coe e commissario per i diritti umani, si è tirato dritto con l’attuale composizione di preminenza politica, dove anzi il voto dei politici ha avuto preminenza nelle votazioni che hanno sancito la cacciata dei magistrati.

Il secondo, i carichi di lavoro. Il Greco nel rapporto tratta la prescrizione dei processi – oltre 500 all’epoca della visita degli esperti, oggi diventati 720 – e nella delegazione che è andata a Strasburgo in occasione della recente trasferta il governo ha scelto di inviare il commissario Morsiani, proprio il diretto dalla cospicua mole di arretrati.

Terzo, la responsabilità disciplinare dei magistrati e la proporzionalità delle censure. E in barba alle raccomandazioni e tenendo nascosta la lettera degli Commissario per i diritti umani, sulle base degli esposti di due soggetti che ha indagato, si è mandato sotto sindacato un commissario della legge sgradito, strumento che non ha alcuna proporzionalità disciplinare ma come unica conseguenza il licenziamento.

Quinto, la trasparenza degli atti giudiziari. E invece la maggioranza, asservendosi a desiderata esterni, ne invoca la segretezza anche laddove la legge già prevede che segretezza non ci sia.

Sesto, la coerenza nella assegnazione dei casi e l’aberrazione dello spostamento dei fascicoli – il Greco richiama esplicitamente il lavorio notturno del 24 luglio – che viola il principio del giudice naturale.

Settimo, il conflitto di interessi dei consiglieri e un loro codice di condotta. La maggioranza se ne infischia e lascia che avvocati facciano le loro arringhe in consiglio nell’interesse dei loro clienti. C’è tutto questo e molto altro nel rapporto del Greco, compresi diversi riferimenti alla valenza del conto Mazzini i cui giudici sono stati attaccati frontalmente dalla maggioranza, generando sfiducia

Eppure c’è già chi vuole fare passare il report, ribaltando ancora una volta la realtà, per un documento a sostegno della azione della maggioranza. Basta leggere il comunicato dell’organismo per capire che non è così. Nel rapporto “l’organo anticorruzione del Consiglio d’Europa (GRECO) raccomanda di modificare la composizione del Consiglio giudiziario per limitare l’influenza politica. Chiede inoltre una rivalutazione del carico di lavoro, delle procedure interne e delle risorse del tribunale per migliorarne e semplificarne il funzionamento. Occorre inoltre rafforzare la trasparenza e l’accessibilità delle informazioni pubbliche sull’attività giudiziaria. Si può fare di più anche per quanto riguarda la responsabilità giudiziaria, anche sviluppando un approccio globale all’integrità giudiziaria e una migliore regolamentazione dell’azione disciplinare per migliorarne l’obiettività, la proporzionalità e l’efficacia. Il Greco ha inoltre chiesto di garantire la coerenza, l’obiettività, la trasparenza e l’equità dell’assegnazione dei casi, anche rafforzando i criteri di assegnazione. Il rapporto esamina anche i meccanismi di prevenzione della corruzione nel Consiglio Grande e Generale e raccomanda l’adozione di un codice di condotta per i parlamentari, nonché l’introduzione di un sistema di dichiarazione pubblica di beni e interessi.

L’attuazione delle 14 raccomandazioni rivolte a San Marino sarà valutata dal GRECO attraverso la propria procedura di compliance, nel secondo semestre del 2022”.

Ma ecco quali sono le 14 raccomandazioni che dalla maggioranza e dai suoi influencer vengono spacciate come di scarso peso, senza contare che pure sapendo che questi sono i principi fondamentali da rispettare si è usata la legge in vigore che si dice di volere cambiare per mettere in atto le prevaricazioni più abiette che hanno fatto dire al giudice per i rimedi straordinari Vitaliano Esposito nella sua lettera di dimissioni che si sta “sradicando la pianta dello stato di diritto”.

Raccomandazioni

Per i consiglieri

1. Prendere in considerazione la possibilità di limitare ulteriormente le eccezioni al voto palese;

2. Adottare un codice di con- dotta, accompagnato da commenti esplicativi e/o da esempi concreti (inclusi disposizioni e orientamenti riguardanti, per esempio, conflitti d’interesse, omaggi e altri vantaggi, abuso di informazioni e di risorse pubbliche, contatti con terze parti e lobbisti, preservazione della reputazione, nonché limitazioni di alcune attività) per i membri del Consiglio Grande e Generale e divulgarlo al pubblico;

3. Introdurre regole scritte chiare, orientamenti e meccanismi di sostegno per la comunicazione

ad hoc quando può emergere un conflitto tra specifici interessi privati di un membro del Parla- mento e una questione in esame nei procedimenti parlamentari;

4. (I) introdurre un sistema per la dichiarazione pubblica dei patrimoni, dei redditi, dei debiti e delle partecipazioni dei par- lamentari e (II) considerare la possibilità di includere informa- zioni sui coniugi e sui familiari a carico (fermo restando che tali informazioni non devono neces- sariamente essere rese pubbliche);

5. Adottare misure che garantiscano un monitoraggio e un’applicazione efficaci delle norme in materia di integrità (requisiti di dichiarazione e norme di condotta) per i parlamentari;

6. (I) introdurre misure di formazione e di sensibilizzazione per i parlamentari sulla prevenzione della corruzione e sulle questioni legate all’integrità e (II) istituire una fonte dedicata di consulenza riservata per fornire consigli su questioni etiche e possibili conflitti d’interesse in relazione alle loro funzioni e ai loro compiti.

Per i giudici

7. (I) modificare la composizione del Consiglio Giudiziario pre- vedendo che almeno la metà dei suoi componenti siano giudici eletti da loro pari e, per quanto riguarda i componenti non togati, escludendo l’appartenenza d’ufficio dei membri del potere esecutivo e legislativo; (II) stabilire criteri di selezione oggettivi e misurabili, nonché una procedura di selezione trasparente per sostenere le qualità professionali e l’imparzialità di tutti i membri; e (III) stabilire modalità operative che garantiscano l’effettivo svolgimento delle sue funzioni in modo istituzionalizzato;

8. Assicurare che la nomina dei giudici, come pure la conferma dell’impiego a tempo indeterminato dopo il completamento di un periodo di prova, come applicabile, siano accuratamente

regolamentati sulla base di crite- ri chiari e oggettivi, fondati sul merito con riguardo a qualifiche, integrità, capacità ed efficienza, in seguito ad una procedura trasparente, che sia sufficientemente motivata;

9. Regolamentare accuratamente il sistema di selezione, nomina, rinnovo e revoca del mandato, nonché le responsabilità, del Dirigente del Tribunale (indipendentemente dal fatto che provenga o meno dalla carriera giudiziaria);

10. Garantire la coerenza, l’obiettività, la trasparenza e l’equità dell’assegnazione dei casi, anche rafforzando i criteri di assegnazione;

11. (I) effettuare un’analisi del carico di lavoro, delle procedure interne e delle risorse (umane e tecniche) del sistema giudiziario, al fine di migliorarne e razionalizzarne il funzionamento e assicurare che le cause siano assegnate e giudicate senza indebiti ritardi, e (II) garantire che siano adottate successivamente misure di attuazione adeguate. Il processo per effettuare tale analisi dovrebbe essere il più possibile inclusivo (anche attraverso la consultazione, in primo luogo, dei giudici stessi, nonché dei professionisti nel settore legale e della società civile) e i risultati dovrebbero essere resi pubblici di conseguenza;

12. (I) aumentare la trasparenza e l’accessibilità delle informazioni al pubblico sull’attività giudiziaria; e (II) garantire che tutte le decisioni giudiziarie siano pubblicate in un formato di facile utilizzo, preferibilmente utilizzando tecnologie informatiche, e siano rese disponibili a tutte le professioni legali e al pubblico in generale;

13. (I) adottare e rendere facil- mente accessibile al pubblico un codice di condotta aggiornato per i giudici, accompagnato da commenti esplicativi e/o esempi pratici (con particolare attenzione ai conflitti di interesse e alle incompatibilità); (II) accompagnare il Codice con misure di sostegno per la sua supervisione e applicazione; e (III) offrire una formazione dedicata in materia di etica e integrità al momento dell’assunzione e successivamente a intervalli regolari;

14. Rivedere il quadro giuridico della responsabilità disciplinare dei giudici al fine di rafforzarne l’oggettività, la proporzionalità e l’efficacia, anche (I) articolando ulteriormente i requisiti per l’avvio dei procedimenti disciplinari; (I) definendo le infrazioni disciplinari e associandole a una varietà sfumata di sanzioni; (III) prevedendo vie di ricorso”.

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