San Marino. Processo a Santi e Ciavatta, blitz in Carisp

San Marino. Processo a Santi e Ciavatta, blitz in Carisp

“Blitz in Carisp, a gennaio gli ultimi testimoni e la decisione del processo a Santi e Ciavatta”

Dopo il ritiro della denuncia di Cassa i fatti gravi restano, ma il processo è azzoppato

Antonio Fabbri 

Nuova udienza per la vicenda del “blitz” in Carisp del 30 maggio 2018, nel quale l’allora consigliere Roberto Ciavatta, oggi Segretario di Stato alla Sanità, ed Emanuele Santi, si presentarono in Cassa di Risparmio e, dopo una serie di insulti nei confronti del presidente e dei membri del Cda, videro il consigliere Andrea Rosa ritirare la richiesta di tutela legale da parte dell’istituto, tutela legale che era stata già deliberata dal Cda. 

Come noto, il nuovo Consiglio di amministrazione di Carisp, nominato dall’attuale governo, ha ritirato – nella persona del nuovo Amministratore delegato Antonio Vento in quota Rete – la querela e la costituzione di parte civile per le affermazioni diffamatorie proferite e, di seguito, anche scritte su facebook. Venute a cadere le imputazioni di minaccia e diffamazione procedibili a querela, è dunque rimasta l’accusa di violenza privata nei confronti di Andrea Rosa, che, stante la grave situazione di tensione, si vide costretto a rinunciare alla tutela legale di Cassa, già deliberata. Di qui l’accusa rimasta in piedi che dovrà essere valutata nel processo.

Nell’udienza di ieri, dunque, sono stati ascoltati i testimoni. Il primo è stato Antonio Kaulard, all’epoca membro del Cda di Carisp, presente quando Ciavatta e Santi si presentarono nella sede centrale il pomeriggio del 30 maggio mentre era in corso il consiglio di amministrazione. Il loro arrivo in Cassa “è stato un momento drammatico”, ha riferito Kaulard, ricordando che “venne interrotto il Cda in corso nel quale si stavano esaminando delle pratiche”. Il Cda “è stato interrotto per un motivo esogeno. Queste persone ci hanno insultato”, riferisce Kaulard parlando di “tensioni” e di “toni preoccupanti”. “Temevo che le cose potessero degenerare”, ha aggiunto.

Ha poi specificato che l’episodio del ritiro, da parte di Rosa, della richiesta di tutela legale di Cassa, non può essere visto come a sé stante, ma legato agli insulti e al clima teso che si era vissuto poco prima. “Quando Rosa uscì dal colloquio con Vento, Santi e Ciavatta, era molto pallido. Gli chiesi se andasse tutto bene e aggiunsi che avrei confermato il mio appoggio alla tutela legale perché ritenevo ne avesse diritto”.

Visto quanto accaduto, invece, Rosa per calmare gli animi decise di ritirare la richiesta di tutela legale di Cassa. La tensione del momento è stata confermata dai membri del Collegio sindacale sentiti, così come il fatto che la tutela legale, dapprima deliberata, non è stata poi concessa dietro rinuncia di Rosa seguita all’incontro con Ciavatta, Santi e Vento.

Hanno minimizzato l’accaduto, invece, gli altri testimoni chiamati dalla difesa, Filippo Francini, che all’epoca aveva votato contro la tutela legale, pur dicendo di non ricordare per quale motivo votò contro, e Antonio Vento, che ha riferito: “Tutto scaturì da una serata pubblica nella quale la Elena Tonnini fece considerazioni circa messaggi tra consiglieri del Cda precedente”. La famosa serata di Rete nella quale la Tonnini fece una ricostruzione non vera sul conto di Rosa relativamente alle vicende che all’epoca riguardavano il Cda di Cassa. Da un lato Vento ha quindi richiamato quella serata, ma poi ha affermato che Santi e Ciavatta erano andati in Carisp per contestare l’operato dell’allora Presidente, Fabio Zanotti. Così l’udienza di ieri.

Alla prossima udienza, fissata per il 7 gennaio 2021, saranno ascoltati gli ultimi testimoni e la stessa parte lesa, Andrea Rosa, appunto. La decisione è attesa, poi, per la settimana successiva. Stesse date per l’altro procedimento che è stato riunito a quello del “blitz” in Carisp. Procedimento, a carico di Roberto Ciavatta, per gli insulti scritti su facebook nei confronti dell’allora consigliere Stefano Spadoni.  Ieri è stato sentito solo un testimone per questo procedimento, l’agente di Pg che ha confermato che le frasi offensive erano state scritte sul profilo di Ciavatta e che questi nell’interrogatorio aveva confermato di esserne l’autore. Anche questo caso è stato quindi aggiornato al 7 gennaio.

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