“Una cosa è esprimere un parere, seppure fortemente critico, altra, ben altra, è muovere censure o attacchi a questo o quel giornale. Chiunque svolga una professione di carattere pubblico, noi politici per primi, sa perfettamente di essere non solo esposto ma vincolato al giudizio dell’opinione pubblica, siano essi lettori o elettori”.
Lo dice a chiare lettere in un comunicato Teodoro Lonfernini, segretario di Stato per il Lavoro e l’Informazione, intervenendo dopo la dura reazione del quotidiano “La Serenissima” alle parole del politico sabato in Consiglio Grande e Generale (“La Serenissima è un giornaletto che non alcun criterio di svolgere l’attività di informazione”).
A scatenare la querelle è stata la notizia, poi smentita da Governo e dall’agenzia delle dogane italiana, diffusa dal quotidiano circa il blocco a Milano dell’aereo con a bordo i vaccini destinati a San Marino.
“Una fake news in piena regola, una bufala smentita clamorosamente – afferma ancora Lonfernini -. Così come ho contestato, e continuerò a farlo, lo scorretto intreccio fra fatti e opinioni, che qualunque giornalista alle prime armi sa bene di dover tenere separato, in osservanza alle più elementari regole di etica e deontologia professionale. Pareri e giudizi che appartengono alla convivenza civile e democratica, e che mi batterò sempre perché siano espressi in piena libertà, anche quando scomodi o pungenti. Molto diverso è stravolgere le parole e plasmarle a beneficio dell’una o dell’altra verità”.
“Non ho mai manifestato l’auspicio della chiusura del giornale ‘La Serenissima’ – aggiunge – e mai proferito minacce che invece oggi mi si vogliono attribuire in un sorprendente leit motiv monocorde che sembra unire saldamente certa politica e certa informazione. È proprio questo il comportamento che mi preoccupa e che contesto – ribadisce il segretario di Stato per il Lavoro -. Sono e resto un fermo tutore della libertà di stampa e di opinione, in osservanza alle regole che attengono all’esercizio dell’informazione, che impongono in primo luogo il rispetto della verità e la verifica rigorosa e puntuale delle fonti prima di pubblicare ogni notizia. Mi spiace che gli operatori di ‘La Serenissima’ e i loro sodali interpretino un mio giudizio come ‘frasi che rappresentano una minaccia per la democrazia e la tutela dell’informazione sammarinese’; mostrano una spiccata permalosità e nervi scoperti che forse fanno capire di aver colto nel segno”.
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