Festino in via Giacomini, il commento di Alessandro Bevitori (Libera)

Festino in via Giacomini, il commento di Alessandro Bevitori (Libera)

Festino in via Giacomini, il commento di Alessandro Bevitori (Libera) 

Gli episodi avvenuti lo scorso primo aprile, in occasione dei rocamboleschi festeggiamenti in onore di Sua Eccellenza Giancarlo Venturini, hanno inevitabilmente scosso l’opinione pubblica.

Non poteva essere che così, dati i comportamenti emersi, diametralmente opposti rispetto a quanto il governo ha predicato negli ultimi mesi. 

In attesa di conoscere le responsabilità attraverso i verbali delle forze dell’ordine – che presumibilmente faranno scattare delle sanzioni – i “fatti” di via Gino Giacomini hanno segnato la fine di una fase politica.

La tanto sbandierata superiorità morale di Rete ha trovato un vero e proprio momento di crisi.

Che, è questa la verità, neppure il sofferto comunicato di qualche giorno fa sarà in grado di ripristinare. 

Le scuse dei 2 consiglieri sacrificati per la causa, la pubblica ammenda del Movimento – diventato forza di governo con la tanto odiata Dc – sono tutti passaggi necessari quanto fisiologici che, però, ammortizzano in maniera esclusivamente autoreferenziale quanto accaduto. 

In buona sostanza Rete ha applicato, con qualche lacrimuccia in più, il classico schema adottato dai tanti vituperati partiti tradizionali: abbozzare per resistere, un approccio piuttosto democristiano e davvero poco retino.

D’altronde la messa in discussione del “leader maximo” Roberto Ciavatta che, però, esce da questa vicenda estremamente ridimensionato e in caduta libera dal punto di vista della autorevolezza, era troppo per il movimento. 

Nell’ultimo anno Rete ha ottenuto un buon risultato alle elezioni ma comunque, al di sotto, delle aspettative.

Ha formato un governo con la Dc, gli indigesti alleati di coalizione di Motus Liberi e la variegata lista “socialista” sull’onda della responsabilità, scontentando il proprio elettorato.

È incappata in una brutta pagina di cronaca politica, perdendo la piazza e l’aurea del rinnovamento e della trasparenza. 

In poco meno di un anno si sono messe in moto tutte le condizioni per la metamorfosi di Rete: insomma il Re è nudo.

Il brindisi di via Gino Giacomini è, a pensarci bene, solamente la punta dell’iceberg. 

 

 

Alessandro Bevitori (Libera) 

 

 

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