San Marino, un parlamento senza verbali

San Marino, un parlamento senza verbali

Di una qualsiasi riunione di un qualsiasi condominio si stila un verbale.
Non delle sedute del Parlamento della Repubblica di San Marino,
nonostante le proteste dei cittadini.
Ciò dal
1986 con l’avv. Alvaro Selva agli interni.

Selva passerà alla storia se non altro per avere interrotto la serie dei volumi dei verbali del Consiglio che dalla metà del Cinquecento è conservata al completo nell’Archivio di Stato di San Marino (con un piccolo buco per alcuni anni a cavallo dell’anno 1700).

Delle sedute consiliari a San Marino dal 1986 viene eseguita una registrazione sonora alla quale fra l’altro possono accedere solo i membri stessi del Consiglio o i giudici limitatamente a quanto necessario per svolgere le loro funzioni.

Si aspetta che si muova un qualche organismo internazionale?

Si aspetta che ritorni Richard Owen del Times?

Non basta ai politici sammarinesi essere famosi in tutto il mondo per il loro impegno – si fa per dire –

nella lotta alla corruzione. Lo diventeranno presto anche per la loro cultura democratica o cultura tout court.

La questione dei verbali è di strettissima attualità. Si sta trattando proprio in queste settimane la messa a punto di un nuovo regolamento consiliare e non si parla affatto del ripristino della stesura dei verbali.
Piuttosto si polemizza sul
gettone di presenza dei consiglieri.

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