Peter Gabriel, l’alfiere della pacifica “crociata” in favore della diffusione della musica etnica, parla di quel “98 per cento di musiche popolari oscurate dal rumoroso due per cento della produzione rock”. E se lo dice anche lui che il rock l’ha fatto così bene per tanti anni e continua farlo, di questa “crociata” c’è senz’altro bisogno.
In questi giorni l’Etnofestival di San Marino, giunto alla 15esima edizione, si propone di offrire un contributo, piccolo ma significativo, di conoscenza della “musica del mondo”. Nel villaggio globale telematico che ci circonda e che mostra sempre più spesso i segni desolanti di un appiattimento culturale alla soglia più bassa, la musica etnica e popolare è una presenza confortante della vitalità creativa delle innumerevoli tradizioni (secolari, millenarie in molti casi) presenti a ogni latitudine.
Lo dimostra con un’urgenza espressiva unica la meravigliosa cantante che si esibirà questa sera sul palco di piazza Sant’Agata, l’algerina Samira Brahmia, autrice, compositrice, interprete, erede diretta della grande Cheikha. Accompagnata dalla band Daxar, apprezzata anche in proprio, carezza con la sua voce profonda e pura e il suo spirito nomade pop, rock, chaâbi, tradizioni celtiche e orientali, sonorità del grande sud algerino.
Nata nel Doubs e cresciuta ad Algeri, è stata presto influenzata anche dalla cultura anglosassone. Identità cosmopolita, canta di libertà, coraggio, amore e ribellione in arabo, francese e inglese con spontaneità e un pizzico di ironia.
Esordisce nel 1994 con il gruppo Index, riferimento del sound algerino dei 90. Si trasferisce a Parigi nel 2002 e debutta due anni dopo su album, mostrando uno stile personale profondamente meticciato. Apre i concerti degli Gnawa Diffusion e di Hasna el Becharia, di Khaled e dell’Orchestre National de Barbès, partecipa a festival, trasmissioni radiotelevisive e progetti pedagogici, in preparazione del suo nuovo album.
Si esibisce con il gruppo Daxar del suonatore di oud Moulay Ait Si Ahmed, che unisce i suoni algerini e maghrebini alla sensibilità occidentale rock, jazz e blues. Un ventaglio musicale che va dai Led Zeppelin a Oum Kelthoum messo in campo da musicisti attivi anche in altre formazioni: Gnawa Diffusion, Gaâda Diwane de Béchar, Thalweg, Orchestre National de Barbes, Cheikh Sidi Bémol, Fanfaraï etc. Samira è tra gli ospiti del loro cd di debutto, Nus Nus, pieno di collaboratori eccellenti. [c.s.]