C’è sempre qualcosa di grande da imparare dagli scrittori, e questo vale sempre per Chesterton (di cui oggi ricordiamo la nascita):
«Per il teatrino giocattolo è vero questo: che, riducendo la scala degli eventi, può introdurre eventi più grandi. Siccome è piccolo può facilmente rappresentare il terremoto in Giamaica. Siccome è piccolo può facilmente rappresentare il Giorno del Giudizio. Esattamente in quanto è limitato, esso può giocare facilmente con le città in declino o con le stelle cadenti. Intanto i grandi teatri sono costretti a risparmiare perché sono grandi. Quando avremo compreso questo fatto, avremo compreso qualcosa della ragione per cui il mondo è sempre stato ispirato innanzitutto dalle piccole nazionalità. La vasta filosofia greca poteva accomodarsi più facilmente nella piccola città di Atene che nell’immenso Impero di Persia. Nelle strette vie di Firenze Dante sentì che c’era spazio per il Purgatorio e il Paradiso e l’Inferno; sarebbe stato soffocato dall’Impero britannico. I grandi imperi sono prosaici per forza, perché supera l’umana potenza rappresentare un grande poema su così grande scala. Idee molto grandi si può solo rappresentarle in spazi molto piccoli. Il mio teatrino giocattolo è altrettanto filosofico quanto il teatro di Atene.»
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