SAN MARINO E’ IN PARADISO
Che la tolleranza per il paradiso bancario fiscale di San Marino sia una precisa scelta politica lo scrivono i tecnici del Ministero dell’Economia in un parere riservato del 17 luglio. “L’espresso” ne ha preso visione ed è sorprendente. I componenti della commissione consultiva per le infrazioni valutarie e antiriciclaggio partono dalla legge del 1997 che obbliga a dichiarare i trasferimenti esteri di denaro oltre i 10mila euro, pena una sanzione del 40 per cento. Da tale obbligo è sempre stata esclusa San Marino, data l’unione doganale e valutaria con l’Italia sancita dalla
convenzione del 1991.
Ma dal 2006 anche Roma dovrebbe applicare il regolamento antiriciclaggio europeo che all’art. 3 stabilisce: “Ogni persona fisica che entra nella comunità o ne esce e trasporta denaro contante di importo pari o superiore a 10mila euro deve dichiarare tale somma”. I tecnici delle Finanze riconoscono il cambiamento “cambia la prospettiva dei rapporti fra Italia e San Marino” e ammettono che bisognerebbe applicare le sanzioni. Poi concludono: “tuttavia, data la delicatezza della questione, si ravvisa che codesta Direzione investa i vertici politici”. Perché la legge è uguale per tutti ma, se c’è di mezzo San Marino, per farla rispettare ci vuole Giulio Tremonti in persona
(articolo tratto da l’Espresso, firmato F.B.)
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