Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, forse non sa che nella Repubblica di San Marino, le sedute del Consiglio Grande e Generale, cioè del parlamento, non vengono verbalizzate.
Altrimenti questo richiamo avrebbe preceduto altri, come quello sulla libertà di stampa o il difensore civico.
Delle sedute del Consiglio dal 1986 viene effettuata solo una registrazione sonora, la quale, fra l’altro, non è accessibile ai cittadini.
Così che un sammarinese non può conoscere che cosa un consigliere per cui ha votato ha detto in un suo intervento quel dato giorno in Consiglio su quel dato argomento.
Nonostante sia stata presentata
una istanza d’arengo,
siano stati scritti
molti articoli,
se ne sia parlato in
un libro,
sia stata indirizzata una
lettera aperta all’autore dell’innovazione,
la situazione perdura.
Si aspetta, per intervenire, che qualcuno urli vergogna da qualche tribuna mediatica o che
il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, rivolga un richiamo ufficiale o che se ne occupi un qualche altro organismo europeo o mondiale.