I consiglieri indipendenti Luca Lazzari e Federico Pedini Amati e i consiglieri del Movimento Rete, Elena Tonnini e Roberto Ciavatta hanno presentato una interpellanza per sapere se corrisponde al vero che Banca Centrale sia prossima ad autorizzare o
abbia già autorizzato la costituzione di una banca ex novo; se la
proprietà del capitale sociale della costituita o costituenda banca sia
riconducibile a un soggetto, persona fisica o giuridica, cinese.
INTERPELLANZA SU CONCESSIONE BANCARIA EX NOVO
Le indagini della magistratura rivelano come lo sviluppo del settore finanziario avviato a inizio anni Duemila – così come quello di altri settori economici – sia stato in primis un mercimonio consumato sulla sovranità della Repubblica. Le delibere di nulla osta per la costituzione di banche e finanziarie – correlate a un vero e proprio tariffario – hanno portato nelle tasche dei governanti di turno decine e decine di milioni di euro di proventi illeciti. Gli inadeguati presidi a tutela della legalità e il disinteresse più totale per i segnali che giungevano dall’esterno hanno trasformato la presunta opportunità della «piazza finanziaria» in un disastro senza precedenti. La Repubblica è stata sottoposta all’isolamento e alla vergogna delle sanzioni degli organismi internazionali. Al danno si è aggiunta poi la beffa. La collettività, infatti, dopo essere stata derubata di ingenti risorse, è stata chiamata a pagare il costo dei misfatti politici ben due volte: prima col finanziamento a fondo perduto dello Stato alle banche (il cui importo non è dato sapere); e poi col mancato esercizio delle azioni di responsabilità (nonostante le relazioni ispettive mostrino una corresponsione tra il mancato recupero dei crediti e una gestione non oculata del credito stesso).
Tutto ciò premesso.
Considerato l’ordine del giorno successivo al dibattito “sullo stato e sviluppo del sistema bancario e finanziario” approvato il 28 febbraio 2014 dal Consiglio Grande e Generale, i cui impegni rimangono in larga parte disattesi. Invero: non è stata istituita la centrale rischi; non è stato definito alcun rapporto diretto con il mercato bancario e finanziario europeo né con le istituzioni comunitarie; non è stato siglato il memorandum d’intesa con Banca d’Italia; non sono stati siglati accordi omologhi con altre banche centrali dell’area euro; non è stata data attuazione ai meccanismi di garanzia dei risparmiatori né tantomeno è stato previsto un loro potenziamento; non sono state messe in atto le più opportune azioni per ridurre i crediti di imposta concessi alle banche; non è stata costituita la task force di esperti indipendenti per l’esecuzione del progetto di rilancio; non sono state perseguire le modifiche normative per la separazione fra banche di raccolta e banche di investimento.
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