Nuova riflessione di don Gabriele Mangiarotti sull’emergenza coronavirus e sulla società di una volta.
“Come erano belli i tempi in cui la libertà di iniziativa, la creatività popolare, la genialità personale potevano diventare proposta e occasione di esperienze che ricreavano uno spazio libero e originale nella società e nei rapporti. (…) Sembra che non si vogliano più figli, nella paura della creatività originale, ma ripetitori, eppure, sappiamo, è la figliolanza che genera”, manda a dire don Mangiarotti.
Questi tempi di pandemia, a detta del sacerdote, “hanno mostrato che molti sanno creativamente esprimere un loro cammino comunitario che diventa una ricchezza per tutti, allargando rapporti e creando solidarietà inattese”.
“Sarà pur bello che le varie televisioni ‘pubbliche’ e professionali aumentino lo spazio per la comunicazione ecclesiale, questo non deve però togliere la voce e la visibilità ai più piccoli, ma capillari, e sicuramente più ‘artigianali’, momenti e strumenti di comunicazione, in qualche modo sostituendoli, perché con questi è senz’altro più facile entrare in sinergia, e non fermarsi alla ripetizione compiaciuta e univoca di un unico pensiero. Cadremmo nell’errore che si è fatto nel commercio di chiudere e fare fallire le ‘botteghe’ per affidarci ai supermercati”, chiosa don Mangiarotti.
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