Aggravata a San Marino la legge bavaglio

Aggravata  a San Marino la legge bavaglio

La legge bavaglio sulla stampa – come è finita per essere chiamata a San Marino la legge dell’equo o giusto processo (voluta fortissimamente da Sinistra Unita) – è stata aggravata ulteriormente da un decreto dell’ attuale governo.

La nuova norma capestro è inserita ‘proditoriamente’ nel decreto di modifica sulle norme antiriciclaggio, come denuncia oggi proprio Sinistra Unita.

Nel Decreto in questione è contenuto un articoletto (il n. 36), in cui si va a inserire nella legge del 2008 un nuovo tipo di violazione: quella della ‘segretezza investigativa’.
Si legge in questo articolo che ‘chiunque rivela l’esistenza e/o gli esiti di indagini, di ispezioni o di richieste di informazioni da parte della Magistratura, dell’Autorità di polizia, dell’Agenzia di informazione finanziaria o della Banca Centrale della Repubblica di San Marino inerenti la presente legge o comunque coperte da segreto d’ufficio, è punito con la prigionia e con l’interdizione di secondo grado‘ (e cioè da sei mesi a tre anni).
Dunque da oggi non è più permesso nemmeno dare notizia che c’è un’ispezione aperta presso un istituto bancario? Viene il fondato sospetto che a qualcuno abbia dato fastidio quanto emerso con la cacciata dei vertici di Banca Centrale avvenuta nello scorso febbraio proprio quando (guarda caso!), era in corso una delicata ispezione in una banca sammarinese facente riferimento ad un noto e potente imprenditore locale (così come apparso nientemeno che sui principali quotidiani italiani), ispezione della quale oggi si sono perse le tracce.

Vedi comunicato

Sinistra Unita

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