Consiglio Grande e Generale di San Marino, resoconto seduta della mattina di lunedì 8 luglio

Consiglio Grande e Generale di San Marino, resoconto seduta della mattina di lunedì 8 luglio

Dopo la seduta lampo della scorsa settimana, il Consiglio Grande e Generale torna a riunirsi nella mattinata dell’8 luglio 2024 per il giuramento dei consiglieri eletti.

Così il report di Askanews, che aggiunge: “Il comma 1 reca “Relazione della Giunta Permanente delle Elezioni e proclamazione dei Consiglieri eletti”. La Giunta Permanente rileva che non sono state presentate eccezioni sulle operazioni di voto oppure riguardanti questioni di ineleggibilità. Per questo motivo viene confermata la graduatoria dei consiglieri eletti. Viene inoltre rilevata l’indisponibilità comunicata da Elena Tonnini e Marianna Bucci (movimento Rete).

Si procede quindi con il comma 2: il giuramento dei consiglieri eletti, seguito dall’indirizzo di saluto degli Ecc. Capitani Reggenti, con un richiamo “contestuale all’altissima responsabilità che nei prossimi cinque anni sentirete su di voi. Ogni scelta che farete dovrà essere accompagnata dalla domanda: sto facendo il bene dei cittadini? Osate pensare che si possa sempre volare alto” per “assicurare il migliore futuro ai nostri giovani. Siate sempre esigenti con voi stessi, siate concreti sognatori, e affrontate con impegno ogni ostacolo, guardate a ciò che unisce e non a ciò che divide”. “La 31esima legislatura – hanno ricordato gli Ecc. Capitani Reggenti – sarà quella dell’integrazione europea. Auguriamo a tutti voi di saper favorire questo cammino e di agevolare con i provvedimenti che saranno necessari i lavori dell’apparato legislativo. L’impianto costituzionale della nostra Repubblica ha bisogno di una attenta e continua messa a punto. Il Consiglio deve lavorare per una riforma delle istituzioni che sappia coniugare un apporto tecnico scientifico di matrice accademica e una ponderata iniezione di novità”.

Al comma 3 si procede con la Nomina dell’Ufficio di Segreteria del Consiglio Grande e Generale e la Nomina del membro supplente del Comitato Consultivo sul Codice di Condotta per i membri del Consiglio Grande e Generale. Per quanto riguarda l’Ufficio di Segreteria, vengono nominati dalla maggioranza come membri effettivi Filippo Tamagnini e Gerardo Giovagnoli e Giulia Muratori come membro supplente; dall’opposizione Andrea Menicucci come membro effettivo e Gaetano Troina come membro supplente.

La seduta prosegue con il comma 4, dedicato alle “comunicazioni”. All’ordine del giorno:

Spazio quindi agli interventi dei consiglieri.

“Questa legislatura, già a partire da quest’anno, dovrà essere una legislatura costituente, che troverà un elemento di svolta, la firma dell’accordo di associazione che prevedibilmente si verificherà tra autunno ed inverno di quest’anno – dice Gerardo Giovagnoli (PSD) -. Con l’ingresso nel mercato unico, si hanno più libertà e più diritti per cittadini ed imprese, una nuova identità della nostra cittadinanza”. Un ingresso che per Giovagnoli “deve costituire la cornice ad un’altra serie di riforme di cui San Marino ha bisogno”. Ad esempio, il “ruolo di consigliere che è a tempo parziale, quasi a livello di volontariato, è ancora adatto al tempo che stiamo vivendo, con un impegno molto maggiore dal punto di vista legislativo?”.
“Dopo 50 anni – osserva Enrico Carattoni (RF) – è lecito chiedersi quale sia il ruolo del Consiglio, del potere esecutivo e di quello giudiziario”. Allo stesso modo, “penso che si debba pensare ad una riforma in grado di garantire un punto di equilibrio tra maggioranza e opposizione che possa prescindere anche dalle forze numeriche garantendo dei diritti alle forze di opposizione”. Carattoni punta il dito su una delibera del Congresso di Stato “del 2 luglio 2024: sulla base di un atto organizzativo dell’ISS, assegna numerose dirigenze in via transitoria senza data di scadenza. Se il buongiorno si vede dal mattino, penso sarà una pessima giornata”.
Sul ruolo dei consiglieri, tema già affrontato anche da Giovagnoli, interviene anche Giovanni Zonzini (Rete): “Negli ultimi anni si è andati verso un graduale accentramento dei poteri, anche legislativi, nelle mani dell’esecutivo. Noi sosteniamo che si dovrebbe dunque andare verso una graduale professionalizzazione del ruolo del consigliere, anche alla luce dell’accordo di associazione”. Zonzini annuncia anche la volontà di presentare nuovamente il disegno di legge sul riconoscimento dello Stato della Palestina.
La politica estera è anche al centro dell’intervento di Matteo Ciacci (Libera/PS): “Le guerre e i genocidi che ci sono ci portano a dover compiere delle riflessioni. San Marino non può rimanere inerte e limitarsi ad un ruolo passivo”. Quindi un richiamo netto sul fatto che “ci dovrà essere il buon senso di generare un confronto proficuo per evitare un esercizio del potere autoritario ma più equilibrato”. Giuseppe Morganti (Libera/PS) auspica che si possa agire “perché si possa costituire presto una commissione speciale per le riforme istituzionali”.
“Abbiamo 60 Decreti da ratificare nelle prossime sedute a partire dal 3 gennaio 2024. C’è qualcosa che non funziona – osserva Antonella Mularoni (RF) -. L’attività normativa è stata praticamente rappresentata da decreti”.
Di riforme istituzionali parla Francesco Mussoni (PDCS) “Negli anni, l’attività si è forse sbilanciata verso il Congresso. Giusto riformare il Consiglio, ma tenendo conto dell’operatività del Congresso. Condivido lo Statuto delle opposizioni, ma purché consenta al Governo di operare”. Quindi arriva la replica a Carattoni sul tema della delibera del Congresso di Stato. “Non dimentichiamo che quando un Comitato esecutivo delibera, e c’è il tema della responsabilità verso i pazienti, il Congresso ne prende atto”.
Per quanto riguarda la decretazione, per Gaetano Troina (Domani – Motus Liberi) “si tratta purtroppo di una distorsione derivata dal clima e dalle condizioni politiche che hanno caratterizzato la fine della 30esima legislatura. E’ una distorsione che va corretta, ma ricordiamo che il Paese ha bisogno di risposte veloci per favorire lo sviluppo economico e ripagare il debito”.
“Ci deve essere pari dignità nell’azione di maggioranza e di Governo” è l’appello che Federico Pedini Amati (PSD) rivolge alle due principali coalizioni. Quindi si rivolge al consigliere Mussoni. “La delibera del 2 luglio non si doveva fare in ordinaria amministrazione ma tra 15 giorni con il Governo insediato: partiamo bene, non male, le forzature non sono più accettate da nessuno, non le vogliamo sulla testa della cittadinanza”. Sul punto replica Mariella Mularoni (PDCS), in qualità di Segretario di Stato per la Sanità: “E’ una copertura temporanea, non c’è stata nessuna forzatura perché verranno espletati i bandi”.
“Veniamo – rileva Luca Beccari (PDCS) – da sei mesi di ostruzionismo in Consiglio Grande e Generale con emendamenti e dibattiti infiniti. Anche qui: sarà mai possibile presentare emendamenti su cui non è stata prevista la copertura finanziaria e non sono coerenti?”.
Nicola Renzi (RF) rivendica il fatto che Repubblica Futura “aveva proposto l’idea della commissione per le riforme ormai più di un anno fa: si poteva votare nel Parlamento precedente”. “Partiamo – incalza Renzi – da una maggioranza di 44 e da una opposizione di 16. Questo va a toccare il principio del dialogo e della rappresentatività. Volete fare tutto da soli e con arroganza, oppure vogliamo impostare un rapporto diverso in cui c’è il rispetto e il riconoscimento del ruolo specifico?” .
“Credo – è il parere di Massimo Ugolini (PDCS) – sia importante intervenire quanto prima attraverso una commissione che riveda le riforme istituzionali e anche i regolamenti consiliari per garantire la rappresentatività ma anche l’efficienza nella produzione legislativa e normativa. “Questo Paese – rimarca Andrea Belluzzi (PSD) – ha bisogno di tornare all’efficienza, ad una grande produttività delle proprie istituzioni”.

 Di seguito una sintesi degli interventi

Comma 4 – comunicazioni

Gerardo Giovagnoli (PSD): Trovo di particolare augurio che questa legislatura inizi esattamente a cinquant’anni dall’approvazione della dichiarazione dei diritti dei cittadini dell’8 luglio 1974. Altro anniversario è legato alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il 13 settembre avremo il 60esimo anniversario delle prime elezioni in cui le donne hanno potuto esprimere il proprio voto. L’8 settembre anniversario delle prime elezioni in cui le donne potevano anche essere elette. Questa legislatura, già a partire da quest’anno, dovrà essere una legislatura costituente, che troverà un elemento di svolta, la firma dell’accordo di associazione che prevedibilmente si verificherà tra autunno ed inverno di quest’anno. Questo fatto porta con sè una grande riforma ad un livello istituzionale più profondo. Con l’ingresso nel mercato unico, si hanno più libertà e più diritti per cittadini ed imprese, una nuova identità della nostra cittadinanza. Questo ingresso deve costituire la cornice ad un’altra serie di riforme di cui San Marino ha bisogno. Nel 2024 dobbiamo affrontare un nuovo automatismo: dovremo incorporare nel nostro sistema l’acquis comunitario che ha a che fare con il mercato unico europeo. Non ci troviamo impreparati dal punto di vista del set di strumenti istituzionali e della preparazione mentale. Sul campo interno, questo ruolo di consigliere che è a tempo parziale, quasi a livello di volontariato, è ancora adatto al tempo che stiamo vivendo, con un impegno molto maggiore dal punto di vista legislativo? Dobbiamo ragionare su come rendere più moderno e funzionale il nostro ruolo qua dentro.

Enrico Carattoni (RF): I diritti sanciti nella dichiarazioni sono ancora attuali e ancora oggi devono essere difesi. Anche nel nostro piccolo ci sono discriminazioni e violenze. Credo che questo sia un percorso importante, ma che va elaborato ed attualizzato. Dopo 50 anni, è lecito chiedersi quale sia il ruolo del Consiglio, del potere esecutivo e di quello giudiziario. Al di là delle contingenze che ci sono, anche prendendo spunto dal recepimento dell’accordo di associazione, credo sarà importante confrontarsi su come trovare un nuovo punto di equilibrio tra i poteri dello Stato e su come dare nuovamente centralità al Consiglio Grande e Generale. Penso che si debba pensare ad una riforma in grado di garantire un punto di equilibrio tra maggioranza e opposizione che possa prescindere anche dalle forze numeriche garantendo dei diritti alle forze di opposizione. Addirittura ci sono delibere del Congresso di Stato fatte in ordinaria amministrazione. Ce n’è una del 2 luglio 2024: sulla base di un atto organizzativo dell’ISS, assegna numerose dirigenze in via transitoria senza data di scadenza. E’ l’esempio più clamoroso del fatto che viene disattesa la centralità del Consiglio Grande e Generale. Se il buongiorno si vede dal mattino, penso sarà una pessima giornata.

Giovanni Zonzini (Rete): Avevamo presentato un disegno di legge per il riconoscimento della Palestina. Questo passo è già stato fatto dalla Spagna, è stato annunciato da Irlanda e Norvegia. Il nostro paese non può aspettare e rimanere al traino. La neutralità attiva del nostro Paese ha avuto la capacità di schierarsi laddove si trattava di affermare i diritti umani o il diritto internazionale. Stiamo assistendo ad una delle più gravi violazioni di tutti i tempi. Un milione di persone ammassate e sottoposte a privazioni di qualsiasi tipo. Presenteremo di nuovo questo disegno di legge. Nessuno di noi professionalmente fa questo di mestiere e si deve confrontare con un esecutivo dotato di apparati tecnici piuttosto significativi. Questo ha determinato negli ultimi anni un graduale accentramento dei poteri, anche legislativi, nelle mani dell’esecutivo. Si dovrebbe dunque andare verso una graduale professionalizzazione del ruolo del consigliere, anche alla luce dell’accordo di associazione.

Matteo Ciacci (Libera/PS): Questa legislatura sarà certamente funzionale a far sì che il nostro Paese possa accedere concretamente all’accordo di associazione. Capendo quali sono le nostre priorità come sistema. Ho apprezzato il richiamo al ruolo che il nostro paese può avere in un contesto internazionale. Attraverso un atteggiamento proattivo verso il principio della neutralità. Le guerre e i genocidi che ci sono ci portano a dover compiere delle riflessioni. San Marino non può rimanere inerte e limitarsi ad un ruolo passivo. Non possiamo pensare di irrobustire il nostro assetto istituzionale senza ripensare il ruolo del Consiglio Grande e Generale. Non possiamo pensare di ridurre la decretazione se non si ha la possibilità di intervenire nel merito perché il ruolo del consigliere non consente un approfondimento nel merito. Dobbiamo adottare degli strumenti utili al fine di rivedere un assetto istituzionale con pesi e contrappesi tra i poteri. Anche il potere legislativo deve avere il suo peso. Il confronto su questo è urgentissimo. Lo dico anche in vista di una riforma elettorale. Un approccio europeo che auspichiamo possa essere portato avanti con incisività. L’impegno che tutte le forze politiche dovranno avere è che ci dovrà essere il buon senso di generare un confronto proficuo per evitare un esercizio del potere autoritario ma più equilibrato. Dunque un metodo diverso rispetto a magari ciò che avviene ed è avvenuto troppo spesso negli ultimi anni.

Giuseppe Morganti (Libera/PS): Dovremo dare corso agli intendimenti che il Consiglio Grande e Generale ha espresso nelle ultime sedute e che mi pare continuerà ad esprimere. Agire affinché la Repubblica diventi parte attiva delle politiche di pace. Dall’altro agire perché si possa costituire presto una commissione speciale per le riforme istituzionali. Ribadisco un ringraziamento alla Reggenza per le indicazioni politiche che ci ha voluto dare e che noi seguiremo attentamente.

Antonella Mularoni (RF): Non dimentichiamoci che conquiste che oggi diamo per assodate sono state frutto di una fatica enorme. Stiamo attenti a non tornare indietro. Faccio questo discorso perché nelle ultime due legislature ho vissuto la vita istituzionale dall’esterno. Vi assicuro che non sempre era facile ascoltare i lavori di quest’Aula. Altro elemento di disturbo era lo svilimento del ruolo del Consiglio. Abbiamo 60 Decreti da ratificare nelle prossime sedute a partire dal 3 gennaio 2024. C’è qualcosa che non funziona. L’attività normativa è stata praticamente rappresentata da decreti. Elemento di importanza è valutare se dare attuazione ad una norma del 2017 relativa allo Statuto delle opposizioni. Dovremo metterci attorno ad un tavolo seriamente. Mi appello alla Reggenza affinché da qui al 22, 23 luglio ci sia una estrema attenzione e le delibere del Congresso di Stato siano davvero di ordinaria amministrazione.

Francesco Mussoni (PDCS): Dobbiamo creare una sensibilità diversa sulle riforme. Devono essere svolte riforme adeguate. C’è il tema della gradualità delle riforme. Credo che la commissione debba partire, dobbiamo avere nella velocità la capacità di non fare errori, confrontarci con le professionalità che abbiamo per sviluppare una proposta seria. Negli anni, l’attività si è sbilanciata verso il Congresso. Giusto riformare il Consiglio, ma tenendo conto dell’operatività del Congresso. Condivido lo Statuto delle opposizioni, ma purché consenta al Governo di operare. Ruolo maggioranza opposizione. Lo avete introdotto, mi fa piacere. Ci vuole anche un’ opposizione intelligente e responsabile. Mi rivolgo al consigliere Carattoni. Il passaggio sulla delibera è legittimo. Ma non dimentichiamo che quando un Comitato esecutivo delibera, e c’è il tema della responsabilità verso i pazienti, il Congresso ne prende atto. Trovo il suo intervento, subito dopo quello della Reggenza, fuori luogo.

Gaetano Troina (Domani – Motus Liberi): Voglio parlare del tema della dichiarazione dei diritti. Il 5 luglio si è tenuta una commemorazione importante. E’ stata richiamata in maniera importante la particolarità di San Marino nel riconoscere in maniera automatica i diritti umani nel nostro ordinamento. Va preservata. Su questo mi sento di rivolgere un richiamo forte e ringrazio la Reggenza per aver riportato l’attenzione sul tema. Sul tema della decretazione. Ricordo che si tratta purtroppo di una distorsione derivata dal clima e dalle condizioni politiche che hanno caratterizzato la fine della 30esima legislatura. E’ una distorsione che va corretta, ma ricordiamo che il Paese ha bisogno di risposte veloci per favorire lo sviluppo economico del Paese e ripagare il debito.

Iro Belluzzi (Libera/PS): Occorre un esercizio affinché la costruzione della San Marino del futuro possa avvenire in primo luogo all’interno del Consiglio Grande e Generale, abbandonando gli scontri anche violenti avvenuti all’interno dell’Aula, andando verso quella capacità di dialogo che dovremo essere in grado di svolgere. Voglio ringraziare di nuovo i Reggenti per un richiamo alle nostre responsabilità, che dovremo tenere a mente nei prossimi cinque anni. Spero che non siano parole vuote che rimangono nell’aria ma siano entrate in ognuno di noi.

Federico Pedini Amati (PSD): Abbiamo il tema della messa a terra dell’Accordo di Associazione con l’Unione europea. Dovranno essere messe a terra le riforme istituzionali che dovranno legarsi con l’Accordo. Ci apriremo al mercato unico. Ci sono due coalizioni in campo ugualmente rappresentative della cittadinanza. Ci deve essere pari dignità nell’azione di maggioranza e di Governo. La delibera del 2 luglio non si doveva fare in ordinaria amministrazione ma tra 15 giorni con il Governo insediato: partiamo bene, non male, le forzature non sono più accettate da nessuno, non le vogliamo sulla testa della cittadinanza. Non c’era nessuna urgenza di fare una presa d’atto di quelle nomine. Lo dico a titolo esemplificativo. Mi è piaciuto il richiamo delle Eccellenze alla pace. La pace per San Marino è un orizzonte primario. La pace passa per la libertà.

Mariella Mularoni (PDCS): Ho chiesto la parola per dovere di chiarezza sulla delibera del 2 luglio. Non è stata una forzatura. Voglio riportare le parole della nota pervenuta dal Nucleo di valutazione, che evidenziava come si fosse reso particolarmente arduo ed inefficace l’operato in merito alle nuove unità operative. C’è una questione di responsabilità. Nota del comitato esecutivo del 18 esecutivo con cui viene chiesta la copertura temporanea di determinate figure. In attesa poi di emettere i bandi di concorso. Potevamo aspettare? Certo, ma potevamo farlo anche prima per una esigenza di responsabilità e necessità. E’ una copertura temporanea, non c’è stata nessuna forzatura perché verranno espletati i bandi.

Luca Beccari (PDCS): Questo comma comunicazioni si è incentrato molto sulle riforme istituzionali. Lo trovo positivo. E’ stata ribadita la ferma volontà di dare vita ad una Commissione apposita che valuti le possibili riforme istituzionali. C’è il tema elettorale. C’è il tema della cittadinanza che ha punti in sospeso. Mi auguro che si possano affrontare tali temi con spirito pragmatico e non ideologico. C’è la questione della decretazione. Vengo dall’esperienza di Governo. Intanto, prima di tutto, se vogliamo fare meno decreti, dobbiamo fare meno leggi che rimandino a decreti. Il compromesso sulla legge diventa rinviare il problema ad un decreto. Dunque il problema è all’origine. Quanti sono i decreti legge per motivi di necessità ed urgenza? Certamente nel tempo si sono ridotti. Il trend si è invertito, grazie anche all’attenzione della Reggenza. Altro problema riguarda anche il fatto che veniamo da sei mesi di ostruzionismo in Consiglio Grande e Generale con emendamenti e dibattiti infiniti. Anche qui: sarà mai possibile presentare emendamenti su cui non è stata prevista la copertura finanziaria e non sono coerenti?

Matteo Rossi (PSD): Condivido l’intervento di Giovanni Zonzini. Occorre uscire dal mito populista che rigetta la figura del politico come il male assoluto.Le elezioni hanno detto che l’organizzazione politica è tornata ad essere fondamentale. I populisti in senso lato sono qualcosa che ha fallito. Non può essere solo il dipendente pubblico a San Marino a fare il politico. Perché poi ognuno cura i propri interessi. Il politico deve essere politico, con delle visioni alle spalle e una durata limitata, perché non deve accentrare il potere. L’accordo con l’Unione europea ci deve fare cambiare mentalità e dovrà essere il faro da seguire. Un modello virtuoso fuori dal quale non c’è futuro. Si devono creare le condizioni per un accordo che porta prosperità al paese. Voglio fare una sottolineatura perché penso sia fondamentale. Il ruolo dell’indipendenza del potere legislativo rispetto a qualsiasi altro potere. E’ vero che forse si fanno delle forzature che possono essere lette come tali, ma il nostro apparato istituzionale deve rendersi indipendente dalle infiltrazioni esterne.

Nicola Renzi (RF): Voglio ringraziare le Eccellenze per aver indicato il principio che questa legislatura possa essere costituente. RF aveva proposto l’idea della commissione per le riforme ormai più di un anno fa, si poteva votare nel Parlamento precedente la costituzione della commissione che avrebbe già potuto lavorare. Perché non lo si è fatto? Per tatticismi politici. Non credo che la commissione potrà dare risposte immediate. Dobbiamo pensare all’oggi. C’è un’altra questione, quella fondativa della nuova assemblea parlamentare. Abbiamo la ripetizione di una maggioranza spropositata. Partiamo da una maggioranza di 44 e da una opposizione di 16. Vi sembra possibile che sarà la maggioranza da sola a decidere quando convocare il Consiglio Grande e Generale per portare in ratifica 60 Decreti che sono il portato degli ultimi sette mesi? Vi sembra possibile questo senza che ci si incontri prima? Questo va a toccare il principio del dialogo e della rappresentatività.Volete fare tutto da soli e con arroganza, oppure vogliamo impostare un rapporto diverso in cui c’è il rispetto e il riconoscimento del ruolo specifico?

Massimo Ugolini (PDCS): E’ vero che si è ricorso molto all’eccessiva decretazione. L’inizio di questo è però avvenuto con l’emergenza sanitaria e il Covid. Credo sia importante intervenire quanto prima attraverso una commissione che riveda le riforme istituzionali e anche i regolamenti consiliari per garantire la rappresentatività ma anche l’efficienza nella produzione legislativa e normativa. L’emissione dei bandi è una delle novità più importanti introdotte nell’atto organizzativo. Da questo punto di vista, credo che sia importante quanto prima dare la possibilità al Consiglio Grande e Generale di ratificare questi decreti e di esprimersi, ricominciare a fare quell’attività che è propria dell’organo legislativo e che negli ultimi anni è forse mancata.

Andrea Belluzzi (PSD): E’ necessario aprire una riflessione sulle modalità di svolgimento dei lavori consiliari e sul ruolo del consigliere. L’ingolfamento dei lavori consiliari, la difficoltà nel portare avanti processi di genesi di norme attraverso un confronto democratico, renderanno sempre più inefficiente il nostro Paese. Qualcuno ha parlato di legislatura costituente. Sicuramente l’impatto costituzionale ci sarà. Sono temi alti, temi che vanno anche spiegati alla cittadinanza. Il miglior modo è forse sottolineando che questo Paese ha bisogno di tornare all’efficienza, ad una grande produttività delle proprie istituzioni. Non è più rinviabile una stagione di riforme per prendere in mano il futuro delle nuove generazioni anche attraverso una capacità storica, come successo 50 anni fa con la carta dei diritti.

Fabio Righi (Domani – Motus Liberi): Quella del rispetto dei diritti è una priorità se si vuole mettere mano ad una riforma istituzionale. Si è detto dell’utilizzo anche in qualche modo abnorme dei decreti. E’ stato sottolineato come in realtà il dibattito in quest’Aula non coincide con la necessaria velocità che il Paese deve avere nel dare delle risposte. Serve una riflessione attenta sull’investimento che questo Paese dovrà fare sulle istituzioni. Il cambiamento diventa inevitabile quando le regole di quest’Aula non sono più le regole del mondo normale. Quando si deve venire in quest’Aula a spiegare l’ovvio. Quando ci sono ostruzionismi. Ostruzionismo che veniva portato avanti da chi oggi si trova in maggioranza. Il tema dello sviluppo economico diventa determinante. Non lo dovremo subire. Ma capire prima dove vogliamo portare il Paese e sulla base di questo capire come e se dovremo adeguarci.

 

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