Lo scudo di Tremonti s’abbatte su San Marino
Natascia Ronchetti
Lo scudo di Tremonti s’abbatte su San Marino. La legge che autorizza il rientro dei capitali dall’estero rischia di mettere in ginocchio le banche della Repubblica, dove è già iniziata la «ritirata» dei conti degli italiani. E, secondo quanto dicono molti, s’annuncia una serie di crac.
________________________________________
Lo scudo fiscale potrebbe dare il colpo di grazia a San Marino. Il rimpatrio dei capitali italiani depositati sul Titano è già iniziato e il sistema finanziario della piccola repubblica è in forte fibrillazione. Tanto che nei corridoi degli istituti di credito già si parla con insistenza del rischio di crac.
Le dodici banche attive nel Paese realizzano una raccolta di quattordici miliardi e l’Agenzia delle Entrate italiana ha stimato che grazie allo scudo potrebbero rientrare in Italia circa due miliardi di euro. Quasi un’inezia per i cinque colossi bancari presenti, tra i quali la Cassa di Risparmio.
Un problema non di poco conto, invece, per le sette banche più piccole, che raccolgono il 70 per cento del capitale oltre confine: per queste, già si parla di possibili assorbimenti da parte degli istituti più grandi. Un destino che potrebbe essere riservato anche ad almeno una ventina delle sessanta finanziarie sammarinesi, che stanno perdendo clienti.
Un vero e proprio terremoto per il Titano, costretto a fare i conti per la prima volta anche con un alto tasso di disoccupazione. San Marino è appena uscito dalla black list dei paradisi fiscali, dopo il via libera dell’Ocse e del Moneyval, il comitato del Consiglio d’Europa contro il riciclaggio di capitali. Ma la repubblica resta anche nel mirino di Giulio Tremonti: il ministro non perde occasione per gettare una luce sospetta sulla ricchezza generata dal piccolo Paese.