La cerchia ancora non ha capito che le cose attorno alla Repubblica di San Marino sono cambiate e che non basta più, ad allontanare il sospetto che questa sia la Terra dei Fuochi della corruzione, il sistema dei ricatti incrociati o il segreto istruttorio.
Basta leggere quanto sta emergendo in questi giorni dalla indagine della pm Perla Lori a Roma per la vicenda Banca del Titano (Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino).
Perché i politici non dimostrano di voler contribuire alla verità dando attuazione ad esempio all’ordine del giorno da essi stessi approvato all’unanimità nel luglio dello scorso anno?
Perché gli ex membri del Comitato per il Credito ed il Risparmio (Stefano Macina, Fiorenzo Stolfi, Ivan Foschi, Tito Masi) o l’ex Presidente di Banca Centrale dr. Antonio Valentini continuano a tacere sulla vicenda come se non li riguardasse ed aspettano passivamente che i fatti emergano dalle procure italiane?
Va chiarito perché Stefano Caringi, ex responsabile della Vigilanza della Banca Centrale, è andato a dire al pm di Forlì Fabio di Vizio che per Banca del Titano si era scartata una proposta di acquisto economicamente più favorevole, per privilegiare quella di una cordata formata da persone di accertata onorabilità e professionalità, con -si apprese più tardi- advisor legale lo studio legale Bussoletti Nuzzo Mularoni.
Persone che poi hanno fatto un altro buco a carico dello Stato sammarinese.
Il silenzio, da parte sammarinese, è dannoso.
Al più lo si impone fino a Dogana.
Nulla si è potuto, ad esempio, contro la pubblicazione di libri come L’onere della toga o San Marino Spa.