Intervento Fausta Morganti (Psd) sulla Costituente.

Intervento Fausta Morganti (Psd) sulla Costituente.
Con la decisione del PSD di aderire alla ricostituzione del PSS, svanisce il “sogno” di una forza della sinistra democratica, unitaria, capace di interpretare le esigenze di modernità di un piccolo Stato nel cuore dell’Europa globalizzata.
L’”utopia” sul palcoscenico del Concordia, una decina di anni fa, era di ragionare ,a sinistra, sulla fine irreversibile dell’epoca delle ideologie, dei muri,delle contrapposizioni destra –sinistra. Era di riscoprire, nella politica, il senso di una comunità pluralista e solidale, che nel confronto maturo fra più opzioni culturali, custodisse e arricchisse il sentimento di appartenenza a un piccolo territorio fiero della sua autonomia.
Di fronte all’evolversi degli eventi e alle sfide del terzo millennio era necessario avere il coraggio di una riflessione a tutto campo sui limiti e gli errori, e anche sulle prospettive che nuove energie avrebbero potuto determinare nel variegato mondo della sinistra per contribuire alla crescita democratica del paese. Si rivendicava in quel ambito, il primato della politica ad assicurare la coesione istituzionale aprendosi alla collaborazione con tutte le forze vecchie e nuove che a San Marino si fossero affacciate sulla scena politica sammarinese, portatrici, in pari dignità e ascolto, di culture politiche radicate nel profondo di una tradizione secolare, che aveva urgente bisogno di affrancarsi dai metodi corrosivi e corruttivi della gestione politica sperimentata sia a destra che e a sinistra.
Non senza difficoltà si erano sacrificati nomi, simboli e orpelli vari per tentare una semplificazione e alleggerire il peso della politica nella società civile.
Si era anche segretamente sperato che il nuovo partito del PSD potesse finalmente mettere in archivio la lacerante ferita del ’57, non per ignorare, ma per una opportunità di dialogo senza riserve né diktat ideologici, che così grande peso hanno avuto sullo scorrere della vita democratica, impedendone una più compiuta maturazione.
Il ritorno al passato propugnato da NPS e favorevolmente accolto dalla maggioranza del PSD, per ricavarsi un piccolo posto sotto l’ombrello protettivo della DC nostrana non mostra alcun segno di discontinuità con la vecchia, stantia, disgraziata ideologia di potere; toglie la speranza di rinnovare istituzioni, modalità di decisione nelle scelte che gravano sulla testa di tutti i cittadini, e in primo luogo rendono incerta la nostra tenuta di Stato di fronte ai cambiamenti degli assetti economici, sociali, culturali del nuovo secolo. Governare la modernità non è un semplice esercizio di numeri nelle compagini governative. Bisogna che i partiti che le compongono abbiano avuto prima il coraggio del loro proprio cambiamento.
Lo sfaldamento della sinistra sammarinese, perché è ciò che si verificherà ulteriormente nei prossimi mesi, va di pari passo con l’arroccamento della DCS che non per caso è sulla via di riunire le sue schegge sparse, che nulla hanno potuto per il suo rinnovamento. E’ davvero triste di fronte ai grandissimi problemi del Paese la chiusura ora anche ideologica della DC verso non si sa bene cosa, ma che viene riassunta in un anacronistico anticomunismo, a una generazione dalla caduta del muro di Berlino, cui fa eco il grido del segretario del NPS. Eppure insieme queste due forze si ricandidano a governare il Paese, con i rinforzi necessari offerti dal PSD. Con quali programmi e progetti dopo il lungo periodo di collaborazione di governo degli anni ’90 che hanno portato il Paese sull’orlo della deriva? Con quali consapevolezze dell’avvicendarsi incalzante di avvenimenti che hanno radicalmente trasformato il ruolo dell’Europa e dei grandi e piccoli Stati al suo interno? Di fronte alla esigenza espressa da tutti gli Stati a livello mondiale, di raccogliere risorse per nuovi fondanti orientamenti ed indirizzi, cosa può valere questo incolto, antistorico grido dei due giovani segretari se non a mantenere aperta quella ferita che tanto danno continua a provocare al nostro piccolo Stato? Pensano forse che le risposte possano essere di trasformare il centro storico della capitale in dormitorio dorato,o la nostra economia in gioco della sorte, magari allietato da qualche gioco d’acqua o che sia sufficiente stabilire affinità da piccolo borgo fra doverose scelte di politica turistica e le autonome scelte della cultura e della scienza, e privatizzare le qualifiche stesse della sovranità?
I tanti navigatori di facebook ci dicono che può esistere una politica che non distrugge, nè svende ai più fortunati le caratteristiche del piccolo Stato che devono essere a disposizione di tutti i cittadini. Pur avendo così grande familiarità col mondo virtuale, queste nuove energie ci comunicano quotidianamente che non vogliono uno stato virtuale, che chiude i battenti finita la festa. Gran parte di questi sono organizzati, in movimenti, associazioni, sono dentro ai vari partiti. Il PSD almeno quella parte che resterà dopo la riunione della vecchia casa socialista, potrebbe occuparsi finalmente di loro, delle loro aspirazioni, delle nostre speranze e magari rinnovando ancora simboli e denominazioni e senza esclusioni o apartheid far fare a San Marino quel passo di qualità morale, istituzionale, politica che si attende da tempo.
Fausta Morganti
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