Le banche di San Marino continuano ad attirare il ‘sommerso’ riminese

Le banche di San Marino continuano ad attirare il ‘sommerso’ riminese

Ammontano ad oltre 10 milioni di euro i trasferimenti di denaro che la Guardia di Finanza di Rimini ha constatato nel primo semestre dell’anno, eseguiti da contribuenti riminesi su conti correnti accesi presso Istituti di credito del Titano.
L’attività ispettiva scaturisce dall’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Forlì nell’ambito di due procedimenti penali, nel corso della quale è stata sequestrata copiosa documentazione d’interesse operativo nel settore della fiscalità internazionale.
Centinaia i soggetti con domicilio fiscale nella provincia di Rimini coinvolti a vario titolo (persone fisiche, giuridiche ed enti non commerciali), per aver trasferito capitali oppure per avere disponibilità finanziarie nella Repubblica di San Marino, in violazione degli obblighi previsti dalla normativa che disciplina il monitoraggio fiscale di cui al Decreto Legge nr. 167/1990.
Gli accertamenti svolti finora dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Rimini hanno permesso di concludere 31 attività ispettive (tra verifiche e controlli fiscali) eseguite nei confronti di altrettanti soggetti, consentendo di riscontrare numerose violazioni di natura amministrativa e tributaria.
I finanzieri hanno constatato violazioni agli obblighi di monitoraggio fiscale per 10.576.097,25 euro ed elementi positivi di reddito non dichiarati per un ammontare complessivo di 3.185.583,82, oltre a costi non deducibili per 34 mila euro, violazioni in materia di imposta sul valore aggiunto per 170 mila euro, IRAP per 48 mila euro.
Tra questi, scoperti 4 “EVASORI TOTALI” ovvero soggetti completamente sconosciuti al Fisco che non hanno mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi; 3 sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per reati tributari ex D.Lgs. n. 74/2000 e violazioni penali alla normativa bancaria.
Le somme trasferite o investite presso gli istituti bancari sammarinesi risultano afferenti ad introiti derivanti per lo più da sommerso d’azienda, come ad esempio: compensi percepiti “in nero”, cessioni di quote aziendali, vendite di immobili che, transitate direttamente all’estero senza essere state oggetto delle previste comunicazioni in materia di monitoraggio fiscale, si presumono completamente sottratte al Fisco italiano.
Il dato più sorprendente è quello relativo alla diversità e  genericità delle posizioni esaminate. Tra quelle individuate (quasi 500) e tuttora al vaglio degli investigatori della Compagnia di Rimini,  rientrano soggetti rappresentanti di tutte le categorie di contribuenti: dal commercialista all’avvocato, dall’imprenditore al commerciante, dal lavoratore dipendente al pensionato, fino ad arrivare al “finto povero” nullatenente.

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