RASSEGNA STAMPA – Le accuse degli inquirenti dopo la fine delle indagini: «Dassilva ha atteso in una zona senza illuminazione elettrica il rientro della vittima dopo che questa era andata da sola all’adunanza dei testimoni di Geova»
Fu un agguato e come tale fu premeditato. E’ da questo assunto che il sostituto procuratore Daniele Paci e gli investigatori della Squadra mobile sono partiti per considerare l’omicidio di Pierina Paganelli come un assassinio organizzato. A carico di Louis Dassilva, il senegalese di 35 anni in carcere dal 16 luglio 2024, la Procura ha ipotizzato il reato di omicidio volontario premeditato e aggravato «perché, – si legge nella conclusione indagine – avendo saputo che Pierina Paganelli si sarebbe recata da sola all’adunanza dei testimoni di Geova, ne ha atteso il rientro» e «all’interno di un vano privo di illuminazione elettrica, posto al piano seminterrato del civico 31 di via del Ciclamino, le ha inflitto 29 coltellate ». (…)
Articolo tratto da Corriere di Romagna
