Manuel Spadazzi di Il Resto del Carlino: «Apriamo una domus sotto il teatro Galli»
/ Il Comune ha chiesto alla Soprintendenza di valorizzare i reperti affiorati con gli scavi
Il Teatro Galli, uno, se non il più importante edificio teatrale dell’800 italiano, realizzato dall’architetto Luigi Poletti, come tutti ben sapranno, dopo i rovinosi bombardamenti della seconda guerra mondiale, subì ingenti danni, purtroppo, a tutt’oggi mai riparati. E così, uno dei simboli culturali di Rimini permane ancora in una condizione fatiscente. E così si capisce quanto Rimini abbia, dalla fine della guerra fino a giorni nostri, trascurato la propria cultura, privilegiando il molto più reddittizio, ma allo stesso tempo effimero turismo di massa che ha disseminato sul territorio obrobri archittettonici, compromettendo e devastando buone fette d’ambiente e soprattutto una natura piegata al servizio del denaro. Ebbene, dopo anni di indecisioni e litigi sulla ricostruzione del Teatro Galli, ora che sembrava che i lavori dovessero partire realmente, affiorano dalle fondamenta del Galli importantissimi resti archeologici di epoca romana e medievale. A questo punto il Comune capisce il valore di questi ritrovamenti e decide di renderli visibili ai riminesi e alla popolazione mondiale, stabilisce che sotto la pancia del teatro dovrà essere costruito un museo archeologico per non trascurare più la storia di una città che già per troppo tempo ha omesso la propria storia, lasciando che l’oblio si impossessase della memoria. Speriamo che questo ennessimo ritrovamento possa essere il trampolino di lancio per il recupero dei resti e la ricostruzione del Galli entro pochi anni. Vorrei e penso molti vorrebbero ammirare le bellezze di questo teatro non solo dall’esterno, ma anche dal suo interno, assistendo magari a un’opera teatrale degna di tanta arte trascurata per lunghissimi anni. Attendiamo con ansia la risposta della Soprintendenza, augurandoci che sia positiva:
RIMINI. IL TESORO non è soltanto ‘sopra’. In quel teatro, uno dei più belli in assoluto dell’Ottocento, che Rimini sogna di veder finalmente risorgere dopo oltre 60 anni. C’è un vero e proprio tesoro anche sotto al teatro Galli, come hanno dimostrato gli straordinari reperti e resti affiorati durante gli scavi iniziati a dicembre. Un tesoro che «merita di essere valorizzato», annunciano ora da palazzo Garampi. Un patrimonio di tale valore, che il Comune di Rimini ha ufficialmente chiesto alla Soprintendenza di poter realizzare sotto la sala del Galli una sorta di museo. Quasi una seconda ‘domus del chirurgo’, aperta al pubblico, che non avrà molto da invidiare per grandezza e valore storico alla piccola Pompei che si può ammirare in piazza Ferrari.
L’INDAGINE archeologica si è resa necessaria, come noto, per sondare il pianterreno del teatro, prima di procedere alla realizzazione dei piani interrati. Gli scavi hanno portato alla luce resti notevoli della Rimini romana, medievale, nonché parti originali dello stesso teatro realizzato dal Poletti. Tra le tracce più interessanti, sono state recuperate le basi delle mura di fondamento, i resti del pavimento in cotto e di quelli che dovrebbero essere gli impianti originali del Galli, come i cunicoli per convogliare l’aria
di riscaldamento. Inoltre sono state ritrovate anche le tracce della cupola originale del teatro, che dalle tavole e dai vari documenti conservati risultava particolarmente sfarzosa. (…) Nel progetto presentato alla Soprintendenza è previsto un ballatoio che gira intorno agli scavi (come in piazza Ferrari) per un’area complessiva di oltre 400 metri quadrati. L’area, nelle intenzioni dell’amministrazione, dovrà essere aperta non solo al pubblico del Galli, ma a tutti, per mostrare il cuore antico di Rimini.
Teatro Galli dopo i bombardamenti
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