RASSEGNA STAMPA
I riminesi sono buone forchette e almeno per le feste di Natale guardano poco al portafogli. E’ l’esito dell’indagine commissionata da Confesercenti in occasione delle festività natalizie, riguardante i consumi alimentari tra la Vigilia e il giorno di Natale. L’indagine esclude i pranzi e le cene nei ristoranti, riferendosi solo a quanto i riminesi hanno cucinato in casa propria dopo avere fatto la spesa tra la grande e piccola distribuzione alimentare. Il conto finale è di quelli che lascia il segno. Stando all’indagine di Confesercenti, complessivamente in provincia di Rimini si stimano circa i 25 e i 30 milioni di euro destinati alle spese alimentari delle festività, escluse quelle relative all’indotto del turismo che riguarda gli ospiti giunti in città. Fra cena della Vigilia e pranzo di Natale, ogni famiglia riminese ha speso in media fra i 160 e i 200 euro, contro i 126 della media italiana. A tirare le somme della due giorni di cene e pranzi dimenticando le diete e il nutrizionista è Mirco Pari, direttore Confesercenti provinciale Rimini. «Gli acquisti di Natale si concentrano, ormai, sempre più negli ultimi giorni: le vendite di prodotti legate alle festività hanno avuto la massima affluenza fra sabato scorso e la Vigilia. Una boccata d’ossigeno per le imprese dopo un novembre e un inizio dicembre non brillanti – commenta Pari -. Non si rinuncia alla buona tavola per festeggiare il Natale, si cercano i dolci artigianali e sempre meno il prodotto industriale, ma le difficoltà si sentono e gli acquisti sono guidati sempre di più da promozioni e sconti: si compra soprattutto ciò che è in offerta. Una caratteristica che prima era della sola grande distribuzione, ma che ormai si è diffusa in tutti i canali di vendita» (…)
Articolo tratto da Resto del Carlino