RASSEGNA STAMPA – Alle amiche ascoltate dalla squadra mobile la nuora di Pierina aveva confidato il timore che il 34enne potesse essere coinvolto Ma le indagini hanno poi escluso l’ipotesi di un’aggressione
Una confidenza. Fatta da Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli, ad alcune amiche, anche loro aderenti ai testimoni di Geova, qualche tempo dopo il misterioso incidente capitato a suo marito Giuliano Saponi. A turbare Manuela, stando a quanto emerso, sarebbe stato un pensiero in particolare: il timore che l’amante Louis Dassilva (dal 16 luglio in carcere in quanto unico indagato per il delitto) potesse in qualche modo essere coinvolto nello strano episodio che aveva fatto finire in coma Giuliano. Una preoccupazione forte, esternata da Manuela nelle sue conversazioni con amiche e parenti e che sarebbe emersa anche nel corso nei colloqui con gli investigatori della squadra mobile di Rimini, guidata dal commissario capo Marco Masia. La nuora poi aveva ritrattato dicendo di aver parlato con leggerezza, ma dopo l’omicidio della suocera, avvenuto il 3 ottobre del 2023, quella confidenza è diventata di maggiore rilievo investigativo. La convinzione della Procura di Rimini e del pm Daniele Paci è infatti è che l’unico indagato, il 34enne senegalese Louis Dassilva, abbia agito perché avrebbe visto in Pierina un possibile ostacolo alla salvaguardia dei suoi affetti più cari. Paganelli sospettava che la nuora Manuela stesse intrattenendo una relazione extraconiugale, pur non conoscendo l’identità dell’amante: ciò avrebbe messo a rischio la stabilità del matrimonio di Louis con Valeria Bartolucci ma anche la stessa Manuela, che sarebbe stata messa al bando dalla famiglia e disassociata dai testimoni di Geova se la storia d’amore fosse continuata. Tanto che la stessa Bianchi, in una conversazione con il fratello Loris, si era detta preoccupata perché temeva di «aver mandato fuori di testa» proprio Louis (…)
Articolo tratto da Resto del Carlino