Alessandro Rossi – L’Informazione di San Marino: Il mio ‘Sì’ per Europa e ‘salvastipendi’
(…) La vera domanda da porsi di fronte al quesito referendario è “credere o non credere in una Europa dei popoli ed in una Europa sociale”, ed ultimamente “credere o non credere che l’Europa possa riscattare la nostra cattiva fama di mascalzoni latini e truffaldini acquisita a livello planetario come paese rifugio delle peggiori pratiche fiscali ed a volte criminali”. Le domande sulla “utilità” non hanno senso alcuno. Farsi domande sulla utilità equivale a chiedersi se conviene o non conviene sposarsi con la donna o con l’uomo che si ama, ci si sposa perché si crede che possa essere il compagno o la compagna della nostra vita e non perché conviene! Tutto il resto a mio avviso sono considerazioni fuorvianti, considerazioni portate avanti da chi ha paura di cambiare e da chi vuole mantenere lo STATUS QUO che sono convinto non piaccia alla maggioranza dei cittadini. Il SI’ all’Europa è un segnale di speranza che qualcosa in questo paese possa realmente cambiare! In un paese tormentato da una storia di faccendieri, logge e servizi deviati e criminali il NO è un segno di chiusura all’unico cambiamento possibile, ovvero uscire dal dominio della cultura italica per avvicinarsi ad una cultura europea di civiltà e rispetto delle regole. Sul Referendum salva stipendi il mio sarà un SI’ che servirà solo a confermare la supremazia del Lavoro rispetto alla finanza e per confermare il mio SI’ dato nel 2007, anche se sono consapevole che questo referendum è un referendum di ritorno al passato per due ragioni: la prima è il ritorno ad uno strumento sconfitto dalla storia, la seconda è la ricelebrazione di un referendum non approvato dalla nostra cittadinanza. (…)