Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino: Per i magistrati Pelliccioni dirigeva un “Gruppo ben organizzato di soggetti”
“All’esito della presente indagine, in
particolare dall’analisi dei contatti
telefonici, dagli incroci degli accertamenti
bancari e dai risultati dell’operazione
di intercettazione compiuta,
è emersa, in modo incontrovertibile,
l’esistenza di un vero e proprio gruppo
ben organizzato di soggetti, diretto da
Pelliccioni Flavio, che, attraverso la
commissione di un pluralità di reati,
ha perseguito la realizzazione di un
articolato disegno criminoso volto a
procurare garanzie finanziarie all’imprenditore
casalese Di Caterino nella
consapevolezza dell’appartenenza di
quest’ultimo all’organizzazione criminale
cd. “clan dei casalesi”.
Sono le parole dell’ordinanza del Gip
Egle Pilla che su richiesta dei Pm che
si stanno occupando dell’Indagine “Il
Principe e la ballerina” ha spiccato
oltre 50 ordini di custodia cautelare tra
i quali quello del sammarinese Flavio
Pelliccioni.
Lo stesso Pelliccioni, che si trova
ancora in carcere anche se è uscito
dall’isolamento, è stato interrogato
Sabato dagli inquirenti, assistito dal
suo avvocato Alessandro Petrillo.
Pelliccioni ha ammesso sì gli episodi
truffaldini, ma ha negato di essere
un appartenente alla camorra ed ha
sostenuto di non essere consapevole
che i suoi interlocutori appartenevano
al clan dei casalesi.
Pelliccioni ha infatti dichiarato ai
magistrati che non era consapevole
di aver avuto a che fare con persone
legate alla camorra.
Evidentemente, però, sulla base delle
risultanze delle indagini e delle intercettazioni,
non è così che la pensano
i Pm. Tanto che a Pelliccioni viene
contestato anche il concorso esterno in
associazione mafiosa.
Si legge infatti nell’ordinanza: “DI
CATERINO Nicola, CANTIELLO
Antonio, CORVINO Nicola. LAGRAVANESE
Luigi, PELLICCIONI Flavio.
concorrevano da esterni, quali imprenditori
e faccendieri, all’organizzazione
camorrista fornendo un contributo
stabile nel settore della acquisizione e
gestione degli appalti, delle forniture,
e, più in generale, delle attività di reinvestimento
del sodalizio”.
Non finisce qui, perché il Gip parla di
“PELLICCIONI Flavio e CAVALERI
Francesco, quali intermediari
finanziari”, come “faccendieri
a disposizione del clan dei casalesi per
ottenere sul mercato creditizio e finanziario
le garanzie (anche false) atte
a consentire il decollo della suddetta
realizzazione del centro commerciale”.
[…]
ASCOLTA IL GIORNALE RADIO DI OGGI