San Marino, la ‘vendetta’ a freddo di Renato Clarizia

San Marino, la ‘vendetta’  a freddo di Renato Clarizia

I sammarinesi ricordano con profonda amarezza la lettera indirizzata ai Capitani Reggenti con cui Biagio Bossone e Luca Papi hanno annunciato le loro dimissioni rispettivamente da Presidente e da Direttore Generale di Banca Centrale della Repubblica di San Marino.

Bisogna  risalire  al Settecento per trovare nella storia sammarinese  comportamenti analoghi di funzionari forestieri al servizio della Repubblica che poi hanno procurato alla Repubblica enormi danni (due ex commissari della legge). 

Bossone e Papi pubblicarono la  lettera sul sito ufficiale di Bcsm  e lì
rimase per  un tempo lunghissimo nonostante che in Bcsm fosse operativo un
Consiglio Direttivo, nonostante che fosse in carica un Comitato per il
Credito ed il Risparmio, organismi a prevalente partecipazione sammarinese.

Ora ci risiamo. Renato Clarizia, attaccato da più parti  a San Marino per il suo, precedente,  rapporto  professionale con le imprese facenti capo a Marco
Bianchini
(al centro della Criminal
Minds
, ovvero criminalità  organizzata), ha risposto,  anzitutto, non dimettendosi. E  poi  ha fatto sapere ai  sammarinesi, attraverso  un documento ufficiale di  Bcsm (ovviamente disponibile  sul sito di Bcsm), di tutto e di più, come  se  fosse ormai libero di parlare da esterno. 

Sergio Rizzo del Corriere della  Sera Sette  l’altro ieri  ha titolato così un suo articolo: I soldi della mala si comprano a San Marino / Banche in calo d’affari, disoccupazione, tasse in aumento. Così la crisi spalanca le porte della Repubblica alla criminalità organizzata. Che acquista un appartamento su quattro

Ebbene a supporto di cotanta tesi Rizzo  mette due citazioni tratte proprio dal documento di Clarizia di cui si è detto sopra.  

“Si sono progressivamente affermati comportamenti sempre meno rispettosi di quei valori etici sui quali deve fondarsi la società
civile.  Ne è conseguito un aumento esponenziale di pratiche e comportamenti non solo
poco rispettosi di quei valori, ma anche della legalità stessa, fino
all’ingresso della criminalità organizzata nei sistemi finanziari, creditizi ed
economici
“.

“Sia talune normative (ad esempio quella sul segreto bancario) che alcune lacune
legislative (ad esempio nel recepimento e applicazione delle regolamentazioni
antiriciclaggio) hanno consentito nel passato l’afflusso di ingenti capitali 
nella Repubblica e il proliferare di banche e società finanziarie, certamente
non giustificato dall’ampiezza del territorio, dal numero della popolazione e
dal contesto economico. La crisi finanziaria internazionale, il necessario
adeguamento alle normative di vigilanza europee, l’emergere della malavita nel
tessuto economico, la necessità di acquisire credibilità nel contesto
finanziario internazionale, hanno imposto interventi urgenti e drastici di
pulizia, che si sono scontrati con quei poteri politici, sociali e finanziari
contrari al cambiamento, strenui difensori delle proprie ricchezze e del proprio
potere, illusi di poter ancora far prevalere le loro personali rendite di
posizione (sociale, politica, economica) sull’interesse pubblico
“.

Il documento di Clarizia è pubblico da 28 maggio scorso. Ancora non si è saputo di alcun esposto di politici,  come si è visto fare per molto meno, in altre occasioni.  

Leggi l’articolo di Sergio Rizzo di Corriere della Sera SETTE pubblicato sabato 16

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