Antonio Fabbri, di L’Informazione di San Marino, nei giorni scorsi, in un editoriale intitolato “Il Paese del disappunto”, ha passato in rivista diversi casi in cui la consueta lamentazione (specie contro la cattiva Italia ed il cattivissimo Tremonti), da parte dei Governanti, è evoluta dal piagnisteo alla manifestazione di un non meglio precisato ‘disappunto’.
Un esempio è la presenza, nella relazione della Direzione Nazionale Antimafia, del nome del dr. Salvatore Caronia – ora direttore del casinò di San Marino – in quanto ex direttore amministrativo del casinò di San Remo.
C’è da chiedersi se qualcuno si sia preso la briga di leggerla con attenzione quella benedetta Relazione della Direzione Nazionale Antimafia datata dicembre 2010. Si accorgerebbe che dire che in quel testo c’è un “riferimento generico” al Direttore della Giochi del Titano all’epoca Direttore amministrativo del Casinò di Sanremo, è un insulto bell’e buono all’intelligenza delle persone. Se l’italiano ha ancora un senso – anche se a sentire certi interventi in Consiglio sorge più di un dubbio che sia ancora così – va detto che il riferimento della Dna è piuttosto circostanziato, altro che “generico”.
Allora che cosa si fa?
Si esprime “disappunto” e si smentisce Sinistra unita.
Ed ecco che anche qui si svia il problema, perché semmai si tratterebbe di smentire la Dna e, con tutto il rispetto per S.u., risulta un tantino più complicato.