San Marino. Reggenza di Garanzia: terminato il confronto

San Marino. Reggenza di Garanzia: terminato il confronto

Oggi alle 14.30 si è tenuta a Palazzo Pubblico una riunione indetta Marco Podeschi (Presidente Upr) per affrontare la questione sollevata prima da Ssd, poi da Repubblica Futura sulla proposta di una Reggenza di Garanzia per il semestre 1 ottobre 2016 – 1 aprile 2017. Al confronto hanno preso parte solo il gruppo consiliare di Civico 10, Sinistra Unita LabDem e Alleanza Popolare. Assenti Rete e Movimento Democratico San Marino Insieme che in mattinata avevano declinato l’invito, ribadendo però la necessità di una Reggenza che non sia unicamente espressione della maggioranza: cioè l’istituzionalizzazione della Reggenza di Garanzia- scrivono in una nota- come elemento costante di controllo sui governi e non un’opportunità estemporanea in ordinaria amministrazione’.


“E’ evidente la scelta di alcuni gruppi consiliari e dei consiglieri indipendenti di non partecipare all’incontro – afferma Marco Podeschi. La scelta è legittima e penso sia comprensibile leggendo le dichiarazioni di qualche forza politica. Ritengo però che su un tema del genere si debba fare ogni sforzo possibile anche uscendo dai consueti schemi. L’abbiamo fatto i mesi scorsi su vicende rilevanti ma sicuramente meno importanti rispetto alla Reggenza. Ricordo la nomina del Presidente di Banca Centrale, comandante del Corpo della Gendarmeria, processi nei quali l’opposizione è stata coinvolta attraverso confronti politici. Il problema forse è chi attiva i confronti. Se posso capire che questo atteggiamento arrivi dall’ex maggioranza, è invece poco comprensibile – anzi direi contradditorio – se questa posizione arriva da gruppi che fanno ancora parte dell’opposizione. Non si può invocare il dialogo e il confronto e poi affidare le proprie posizioni ai soli comunicati stampa. L’incontro di oggi aveva solo questo semplice obiettivo, vedere se c’era la reale volontà di confrontarsi. Spero che quanto ho avuto modo di leggere sulla stampa sia un segnale di interesse e non solo una posizione pre-elettorale che serve poco al Paese”.

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