Per iniziativa dell’Ambasciata d’Italia. Sala Montelupo, Domagnano, 6 dicembre, ore 17
Un convegno sull’attualità di Giorgio La Pira, costruttore di Dialogo e di Pace.
Riceviamo e pubblichiamo
E’ tornata di attualità, ai nostri giorni, la figura di Giorgio La Pira, l’instancabile Sindaco di Firenze e tenace costruttore di “ponti” e di dialogo pur di ottenere la fine delle guerre e la realizzazione della Pace tra i Popoli. La figura e l’attività di questo personaggio sarà presentata e ricordata nel Convegno, tutto incentrato sull’ “infaticabile impegno di La Pira per la Pace”, promosso dall’Ambasciata d’Italia a San Marino, nel pomeriggio di venerdì 6 dicembre prossimo, nella Sala Montelupo di Domagnano, alle ore 17. Saranno presenti l’Ambasciatore dott. Fabrizio Colaceci, il Vescovo mons. Domenico Beneventi, la presidente della Fondazione La Pira, prof. Patrizia Giunti, dell’Università di Firenze, lo scrittore e giornalista Alberto Mattioli, autore del libro “Fede, Politica e Profezia. L’attualità di G. La Pira in un mondo in cerca di Pace”.
Fra le tante iniziative avviate dal Sindaco di Firenze, verrà ricordata quella “più audace” come il viaggio in Viet Nam, per fermare la guerra. Ecco l’anticipazione di alcuni tratti di quel famoso viaggio.
Effettivamente, la Pace era uno dei prioritari obiettivi del Sindaco di Firenze e lo ripeteva spesso ai politici, ai diplomatici, ai governi, ma anche alla gente semplice, adulti e giovani, per ribadire che “serve una rivolta culturale per curare la malattia della guerra”. C’era anche chi non gli credeva e lo accusava di “ingenua utopia”! Ma lui – nonostante questo e molta stampa avversa – continuò a prodigarsi in diverse direzioni pur di raggiungere risultati di situazioni più umane e civilmente più accettabili. Si attirò sorrisi e compatimenti quando in Senato annunciò il suo viaggio in Viet Nam per fermare una guerra fratricida che causò migliaia di vittime. Erano gli anni ’60, quando su tutte le piazze si protestava per quest’inutile conflitto.
Infatti gli accordi di Ginevra del 1954 prevedevano la momentanea divisione del Viet Nam in due parti nelle quali, entro il 1956, si sarebbero dovute tenere elezioni generali, in vista di un paese unito, indipendente e neutrale. Nel 1956 il presidente del Sud Viet Nam, Ngo Dinh Diem, appoggiato dagli USA, rifiutò le elezioni. Ma anche in Nord Viet Nam fu proclamata da Ho Chi Minh la Repubblica Democratica, con capitale Hanoi. Numerose furono le iniziative volte a cercare una soluzione negoziata del conflitto. In questo clima si inserì l’iniziativa di La Pira nel 1965 con un viaggio ad Hanoi, carico di incertezze, ma segnato da molta fiducia. Partì da Firenze in direzione Viet Nam il 20 ottobre del 1965, Lo accompagnava il giovane Mario Primicerio (poi divenuto sindaco di Firenze negli anni ’90 e docente universitario). L’avventuroso viaggio iniziò ad ottobre dalla Polonia. Da Varsavia, l’instancabile pellegrino per la Pace raggiunse Mosca, ma il maltempo lo costrinse a fermarsi in Siberia, in attesa di un aereo cinese che lo portasse a Pechino e da lì finalmente ad Hanoi– Era l’11 novembre 1965, quando La Pira incontrò Ho Chi Minh ad Hanoi. Ciò che egli espresse ad Ho Chi Minh e al premier Pham Van Dong era la possibilità di giungere ad un negoziato, anche in presenza temporanea di truppe americane in Vietnam. E fu proprio su questo punto che ci fu l’assenso dei dirigenti vietnamiti, ma ad una sola condizione: che questa loro disponibilità fosse comunicata all’amministrazione statunitense “in via riservata e non pubblica “. Purtroppo l’iniziativa fu bloccata per alcune anticipazioni disinformate del giornale statunitense St. Louis Post Dispatch. La pace, purtroppo, fu raggiunta solo 8 anni più tardi, nel 1973, alle stesse condizioni offerte dalla missione di La Pira, ma al prezzo di immense devastazioni e di un numero incalcolabile di morti. Da notare che, nella sua fervida aspirazione per la fine delle guerre, La Pira non faceva mai mistero della sua visione religiosa e lo ripeteva spesso, definendo “la Pace è un dono di Dio e un impegno degli uomini”. In conclusione, viene da dire che chi non conosce La Pira, per credere alle sue audaci imprese, deve conoscerlo e toccare con mano il suo instancabile impegno politico e sociale, nell’ambito di una fede profonda, vissuta con particolare dedizione solidale verso il Paese e, in particolare, verso i poveri, gli emarginati e i tanti disoccupati del tempo
Renato Di Nubila, Università di Padova