San Marino. Riciclaggio soldi, bancarotta Corona’s: condanne come macigni. L’Informazione di San Marino

San Marino. Riciclaggio soldi, bancarotta Corona’s: condanne come macigni. L’Informazione di San Marino

Antonio Fabbri – L’Informazione di San Marino: Riciclaggio soldi della bancarotta di Fabrizio Corona, condanne pesanti / Pene dai 2 anni e 3 mesi ai 3 anni e mezzo per i cinque imputati, tre sammarinesi e due italiani. Disposta la confisca di 104mila euro sequestrati e in solido a carico degli imputati confisca per equivalente pari a 1,2 milioni


Riciclaggio dei soldi provenienti dalla bancarotta fraudolenta della Corona’s, la società di Fabrizio Corona, condanne pesanti ieri in tribunale. Si è concluso nel tardo pomeriggio il processo che vedeva imputate cinque persone, due italiani e tre sammarinesi. La fase conclusiva è iniziata alle 16 con la requisitoria del Procuratore del fisco, Roberto Cesarini. Sono poi seguite le arringhe degli avvocati difensori. Il commissario della legge accogliendo nella sostanza le richieste del Procuratore del Fisco e ritoccandole solo di qualche mese, ha riconosciuto la maggiore responsabilità, comminando la pena più pesante, in capo ai sammarinesi Massimo Maria Micheloni (difeso dagli avvocati Luca Greco, Caterina Filippi e Maria Antonietta Pari) e Luciano Vannucci, difeso dall’avvocato d’ufficio Elia Fabbri. Micheloni e Vannucci sono stati condannati a 3 anni e 6 mesi di prigionia (il Pf aveva chiesto 4 anni) e a 4 anni e mezzo di interdizione dai pubblici uffici e diritti politici oltre che dal commercio. Per Mario Matera condanna a 2 anni e 6 mesi (l’accusa aveva chiesto 3 anni). Matera era difeso degli avvocati Stefano Brandina e Luca Della Balda che patrocinavano anche Bruno Tiziano. Quest’ultimo, come il sammarinese Giorgio Urbinati difeso dall’avvocato Filippo Cocco, è stato condannato a 2 anni e 3 mesi (due anni e mezzo erano quelli richiesti dalla procura fiscale). Condanna anche a tre anni di interdizione dai pubblici uffici e dal commercio per 3 anni. Ma la sentenza non si esaurisce con le pene detentive. Pesanti anche i risvolti pecuniari. Infatti il giudice, oltre alla confisca della somma ancora sotto sequestro pari a 104.400 euro, ha condannato anche in solido gli imputati a titolo di confisca per equivalente di una somma pari a 1 milione e 270mila euro.
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