Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Condannato a sette anni quello del conto Maiale

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Condannato a sette anni quello del conto Maiale

L’informazione di San Marino

Operazione Tibet, 30 condanne per il caso che si intreccia con la tangentopoli del Titano

Condannato a sette anni quello del conto Maiale

Operazione Tibet 30 condanne per il caso che si intreccia con la tangentopoli sammarinese che vedeva uno degli imputati, Vinciguerra, operare sui mandati di Finproject e in Bcs per avere liquidità da immettere nella banca clandestina della ‘ndrangheta

Antonio Fabbri

Operazione Tibet, arrivano 30 condanne, compresa quella a carico di Giuseppe Vinciguerra, quello dei mandati Maiale e Muflone, in Finproject. Movimentazioni entrate anche nella maxi inchiesta sulla tangentopoli sammarinese, nella parte in cui vengono ricostruite le movimentazioni, riconducibili alla contestata associazione a delinquere, per soggetti legati alla criminalità cinese e, come in questo caso, alla ‘ndrangheta

Le condanne
del Gup di Milano

Per Giuseppe “Pino” Pensabene
e la “nuova cosca della
’ndrangheta” di Desio, come è
stata definita dagli investigatori
della squadra mobile e dalla
Direzione distrettuale antimafia.
La sentenza del Giudice
per l’udienza preliminare che
del tribunale di Milano che ha
presieduto il rito abbreviato è
arrivata nella tarda mattinata
di venerdì 26 giugno. Più di
30 le condanne, da un minimo
di un anno e mezzo, fino ai 15
anni e 3 mesi pronunciati nei
confronti di Pino Pensabene,
definito “nuovo reggente del
locale di ‘ndrangheta di Desio”.
Gestiva la cosiddetta “banca
clandestina” da un retrobottega
di Seveso. Otto anni e un
mese per Domenico Zema, 10
anni per Maurizio Morabito considerato il braccio destro
di Pensabene, 8 anni e 10 mesi
per l’altro desiano, Annunziato
Bovini, 4 anni e 6 mesi per
l’imprenditore brianzolo Fausto
Giordano (di Biassono), 8 anni
per Vincenzo Cotroneo. 7 anni
per Giuseppe Vinciguerra, di
Bovisio Masciago. Tutti accusati
anche di associazione mafiosa.
Un anno e mezzo per il desiano
Rosario Marrone, coinvolto in
misura minore nella vicenda
(non era accusato di associazione
mafiosa come gli imputati
principali). Unico assolto (con
formula piena): Silvano Napolitano,
di Carate Brianza, che era
finito a giudizio per riciclaggio e
dichiarazione fraudolenta.

I soldi che venivano attinti sul Titano– Il principale indagato, Giuseppe Pensabene, era sottoposto alla misura dell’obbligo di soggiorno a Seveso per la durata di 3 anni, ma nonostante le restrizioni imposte dall’autorità giudiziaria, comandava dal suo “tugurio” un giro di usura, estorsioni, e riciclaggio per milioni di euro.

Il tutto grazie di una “spiccata
capacità violenta ed intimidatrice
dell’associazione criminale”,
come scriveva un anno fa il gip
Simone Luerti nell’ordinanza
di custodia cautelare dell’operazione
Tibet.

Per Pensabene si muoveva, tra gli altri, Giuseppe Vinciguerra, di casa a San Marino. Quell’operazione, infatti, ha condotto dritto sul Titano come luogo di approvvigionamento di contante della banca clandestina. Sul Monte operava infatti Giuseppe Vinciguerra, che faceva girare i denari sui mandati fiduciari di FinProject e in Bcs che si intersecavano con quelli dei cinesi (Maiale, Muflone e altri mandati fiduciari con nomi pittoreschi) con flussi di denaro per oltre 300 milioni di euro, decine dei quali smistati da Vinciguerra.

Vinciguerra
che, tra l’altro, era – ancora fino
a quando è esplosa l’operazione
Tibet – amministratore della SB
Immobiliare nella quale, secondo
l’inchiesta italiana, lo stesso
aveva fatto confluire i suoi beni
mobili e immobili.

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