Relazione antimafia. Secondo resoconto di Smtv San Marino

Relazione antimafia. Secondo resoconto di Smtv San Marino

73 sedute, 54 audizioni, una trasferta a Napoli. E’ l’attività della
commissione, che ora trasmetterà tutto al tribunale. Primo allarme: gli “strani”
cantieri edili, facenti capo sempre agli stessi soggetti economici. Soggetti
legati alla malavita operavano tramite srl e prestanome. La commissione fa luce
su una consolidata pratica illecita: dipendenti pubblici avrebbero ricevuto
compensi per eludere i controlli. “Nell’ambiente interessato – si legge – la
pratica corruttiva è ampiamente conosciuta e non denunciata”. Secondo i testi,
le quote di Fincapital erano così ripartite: 40% all’avvocato Livio Bacciocchi,
10% a Fiorenzo Stolfi, 40% a Romano Zanotti e 10% a Monica Fantini. La
commissione ha scoperto un libretto al portatore, aperto da Stolfi con 100
milioni di lire, chiuso 3 giorni dopo e cambiato in contanti versati sul conto
Fincapital, la causale era “aumento capitale sociale”. Alcune attività
imprenditoriali, per la commissione, sono cresciute all’ombra di protezioni
politiche, a volte vere e proprie connivenze. Altri politici visti spesso nello
studio dell’avvocato Bacciocchi: Gabriele Gatti, Claudio Podeschi, Moreno
Benedettini. Il primo per l’acquisto di un appartamento all’ex Symbol, per il
quale avrebbe versato due tranche in contanti da 100mila euro l’uno, quando
l’uso dei contanti era già limitato per legge. Per la commissione pagamenti
anomali, Bacciocchi replica: “Per me no, con Gabriele Gatti no”. Podeschi
acquistava un appartamento a Fiorina per la figlia; Stolfi un appartamento al
mare. Un teste ha riferito di aver origliato una telefonata in cui Moreno
Benedettini, per conto di Antonello Bacciocchi, chiedeva all’avvocato Bacciocchi
50mila euro, si presume a titolo di tangente. Un teste dice che Antonello
Bacciocchi li chiedeva per il partito, poi se li era tenuti per sé. Benedettini
ha smentito, dice anche di non ricordare di aver ritirato 30mila euro in
contanti dallo studio Bacciocchi. Visti anche Clelio Galassi, Nadia Ottaviani,
Federico Pedini Amati. “Entrare nello studio Bacciocchi non è reato – rileva la
commissione – fa comunque scalpore la processione di gente, consiglieri e
portaborse che entravano in garage e arrivavano direttamente dall’avvocato”. La
commissione ha indagato sul Ritrovo dei Lavoratori di Serravalle, sull’ex Symbol
e sul caso lotti di Valdragone, quest’ultimo archiviato dal commissario
Battaglino: la commissione ha accertato che all’epoca i protagonisti non dissero
la verità perché vincolati da “patto di omertà” stipulato tra loro e col
consigliere Stolfi.
Tante le relazioni di Francesco Vallefuoco: con Roberto
Zavoli e, tramite lui, con Livio Bacciocchi. Fincapital aveva finanziato il
Mod’s Club Kafè, abituale luogo di ritrovo per Vallefuoco e i suoi ragazzi. Qui
viene visto Gabriele Gatti. E poi tante cene coi politici: Vallefuoco ci va con
Gatti, con Stolfi, è visto anche con l’avvocato Massimiliano Annetta di Firenze,
al Wtc di Dogana incontra Podeschi per parlare di affari legati al commercio di
cemento e zucchero, e di un recupero crediti dalla Grecia. Testi raccontano di
aver subìto minacce, c’è chi lo ha riferito a Salvatore Vargiu. Rapporti stretti
con Moreno Benedettini, che a Vallefuoco insegnava anche come rendere
inesistente il numero utilizzato su schede telefoniche.
Vallefuoco non
voleva che il suo meccanismo si inceppasse. Viste le difficoltà politiche in cui
si sarebbe trovato il suo interlocutore, il ministro Fiorenzo Stolfi, Vallefuoco
si muove anche su altri referenti politici e con Gabriele Gatti, esponente della
componente politica ritenuta vincente, stringe un rapporto confidenziale,
correvano anche al mare insieme. Le responsabilità politiche rilevate dalla
commissione sono quindi a carico di Fiorenzo Stolfi e Gabriele Gatti.

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