Il caso Meeting, che già sta avendo risvolti politici anche nella Repubblica di San Marino, ha imboccato un binario meno accidentato.
Il Resto del Carlino: Il caso Meeting. Pronti ad aprire un libretto con 310mila euro / Per togliere i sigilli ai conti correnti
gli indagati ‘offrono’ soldi al pm / La procura.
La proposta è stata fatta in attesa
del termine dell’inchiesta
e il magistrato potrebbe accettarla
Una proposta al pubblico ministero
per dissequestrare Fondazione
Meeting e conti correnti. E’ quella
avanzata dagli indagati al pubblico ministero
e consisterebbe nel versare su
un conto corrente la cifra ‘incriminata’,
310mila euro, per ottenere in cambio
di vedere revocati i sigilli alla palazzina
di via Flaminia e ai conti bancari,
congelati dalla Guardia di finanza. Il
pm avrebbe dato parere favorevole, e se
tutto va liscio il dissequestro potrebbe
avvenire a stretto giro di posta.
UNA vera doccia fredda, quella caduta
la settimana scorsa sulla Fondazione,
quando le Fiamme Gialle erano andate
a sequestrare non solo la villetta che ne
ospita la sede, ma anche i soldi dei tre
finiti sul registro degli indagati. Il direttore
generale, Sandro Ricci, il direttore
amministrativo, Roberto Gambuti e il
commercialista, Massimo Conti, accusati
di truffa aggravata per il conseguimento
di erogazioni pubbliche. L’accusa,
decisamente‘imbarazzante’, era
quella di avere infatti ottenuto indebitamente
310mila euro di contributi, taroccando
il bilancio. A dare i soldi alla
Fondazione erano stati la Regione Emilia
Romagna, l’Agenzia Marketing turistico
della riviera di Rimini, la Camera
di Commercio e il ministero dei Beni
Culturali. Secondo la ricostruzione fatta
dagli investigatori della Finanza, avevano
fatto risultare i bilanci in passivo
quando non lo erano, proprio per ottenere
l’erogazione. Il sistema, per gli inquirenti,
era consistito nell’utilizzare
una società deputata alla raccoltà di
pubblicità controllata dalla Fondazione,
a cui venivano attribuiti, a seconda
degli anni, quote percentuali variabili
di introiti pubblicitari, in modo da ridimensionare
i ricavi e ottenere una perdita
di bilancio. (…)