San Marino. Giuliano Tamagnini, Csdl: Occupazione, riforma credito e pensioni. Monica Raschi

San Marino. Giuliano Tamagnini, Csdl: Occupazione, riforma credito e pensioni. Monica Raschi

Intervista. Giuliano Tamagnini segretario Csdl
Occupazione, riforma credito e pensioni: le urgenze del Paese
Manifatturiero e turismo sono ritenuti settori chiave
di MONICA RASCHI
OCCUPAZIONE, politica del credito, semplificazione normativa, riforma pensionistica sono tra le questioni che il nuovo governo sammarinese deve affrontare, secondo Giuliano Tamagnini, segretario confederale della Csdl.
La questione più urgente da affrontare?
«Sono l’occupazione e il lavoro in generale: non c’è un progetto che fa prevedere investimenti che arrivino dall’estero. Il non avere avuto un modello di sviluppo negli ultimi dieci anni fa sì che ci sia riluttanza a investire da noi. Altra cosa fondamentale è la semplificazione normativa. Manca anche la politica del credito».
Si spieghi meglio.
«Occorre una politica creditizia che indirizzi una certa quantità di risorse verso il lavoro. E rimuovere la nomea di ‘caverna di Alì Babà’».
Che sarebbe?
«Non ci deve essere nulla di non chiaro all’interno delle banche. La questione dei crediti non performanti: chi ha gestito questi processi deve essere rimosso, così si riacquista credibilità».
Si parla molto anche della riforma pensionistica. Ma al momento non c’è nulla di fatto, mi sembra.
«Il nuovo esecutivo dice di volere affrontare la riforma: noi siamo prontissimi. Nel giro di cinque anni andranno a riposo, per quanto riguarda il settore privato, qualcosa come 1.500 lavoratori: è più che mai necesario agire sulla formazione per le sostituzioni. Nell’ottica di un sistema che deve essere in equilibrio».
Pensioni cosiddette d’oro, ce ne sono?
«In verità non molte, meno di 200, e parliamo di persone che prendono fra i 4 e i 5 mila euro al mese. Alte ma non certo altissime. Comunque bisogna rivedere anche quelle per una questione di giustizia sociale».
Segretario, a suo modo di vedere quali sono i settori realmente strategici per San Marino?
«Il manifatturiero deve restare l’ossatura del nostro Paese, ma anche il turismo. Quest’ultimo deve interagire con la riviera, è necessario mettersi a un tavolo, ragionare insieme e non farsi la guerra. Ma dentro a tutti questi ragionamenti, voglio ripeterlo, ci deve essere il sistema finanziario che mette a disposizione le risorse».
Parliamo di numeri: quanti sono gli occupati, i frontalieri, i disoccupati?
«I frontalieri sono circa cinquemila, erano molti di più chiaramente. I disoccupati sono circa 1.400, mentre gli occupati, tra settore pubblico e privato, sono più o meno 18.500. Naturalmente occorre abbattere la media dei disoccupati».

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