Antonio Fabbri Bancarotta e soldi sul Titano, iniziato processo per riciclaggio di 2,5 milioni

Antonio Fabbri Bancarotta e soldi sul Titano, iniziato processo per riciclaggio di 2,5 milioni

L’informazione di San Marino

Bancarotta e soldi sul Titano, iniziato processo per riciclaggio di 2,5 milioni

Deceduto uno dei sette imputati. Rigettate le eccezioni preliminari e ammessi testimoni. Si prosegue il 3 febbraio

Antonio Fabbri 

Ha preso il via nel pomeriggio di ieri il processo per riciclaggio a carico di sette persone. Oltre al direttore della
Uno Sa, Mauro Fontana 47enne di Senigallia difeso dall’avvocato Paolo Reffi, sono finite a giudizio altre sei persone di Roma e Latina: Maurizio Passerini, romano di 43 anni difeso dall’avvocato Nicola Maria Tonelli; Paolo Lo Bruto, 47enne di Roma, e Massimo Castellani, cinquantenne, difesi dall’avvocato Alessandro Scarano; Francesca Calvaresi 40 anni di Aprilia in provincia di Latina, difesa dall’avvocato Federico Fabbri Ercolani; Alberto Poloni, 43enne anche lui di Latina e ieri presente al processo difeso dall’avvocato Antonio Belloni.
Era rinviato a giudizio anche Enzo Santarelli, di 77 anni, ma ieri è stata data comunicazione del decesso dell’uomo.

I sette rinviati a giudizio sono accusati, in concorso tra loro, di aver trasferito e occultato, attraverso vari passaggi, i fondi distratti dal patrimonio della società di Rolando Antonucci finita in bancarotta. Antonucci che, tra l’altro, era anche socio della Uno Sa, la finanziaria attraverso la quale, secondo l’accusa, venivano movimentate le somme contestate sul conto da questa acceso presso il Credito Sammarinese. Secondo l’accusa gli imputati avrebbero riciclato complessivamente 2,5 milioni di euro distratti dalla bancarotta dell’Antonucci.

Nell’udienza di ieri davanti al giudice Roberto Battaglino e al Pf Roberto Cesarini sono state discusse le eccezioni preliminari. In particolare l’avvocato Belloni aveva chiesto la nullità del capo di imputazione per indeterminatezza dell’accusa nei confronti del suo assistito e, in subordine, l’intervenuta prescrizione. Su entrambe le richieste il Procuratore del fisco si è opposto, sostenendo essere sufficientemente chiaro il capo di imputazione e non ancora intervenuta la prescrizione. Una posizione, quella del Pf, condivisa dal giudice che ha rigettato le eccezioni. Poi sono stati richiesti ulteriori testimoni dalle difese. Anche in tale caso il Pf si era opposto. “Se non ammettiamo in dibattimento nemmeno delle persone che possono fornire degli elementi sui fatti di causa, tanto vale non fare neppure il dibattimento e passare alle conclusioni. Mi pare, però, che si andrebbe incontro ad una lesione del diritto di difesa”, ha rilevato l’avvocato Paolo Reffi.
Il giudice ha quindi ammesso alcune testimonianze riservandosi di decidere, per le altre, nel corso del processo. Prossime udienze il 3 e 27 febbraio, quando si dovrebbe giungere alle conclusioni.

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