San Marino. Banca Sammarinese di investimento, la smentita

San Marino. Banca Sammarinese di investimento, la smentita

L’informazione di San Marino

Bsi: “Smentiamo categoricamente le voci di perdita per una operazione di titoli” / “Qualcuno ha deciso di buttare fango spargendo falsità e compiendo un atto di concorrenza sleale”

Antonio Fabbri

Banca , con il suo Cda e i suoi soci, smentisce le voci che circolano dall’estate scorsa e nelle ultime due settimana e fatte oggetto di una serie di articoli su un sito web. “La conferenza stampa – ha detto il presidente di Bsi, Giuseppe Dini – è stata indetta per portare un po’ di chiarezza in un contesto nel quale qualcuno che forse ama navigare in acque un po’ torbide ha deciso di buttare un po’ di fango”. Quindi il presidente ha ricostruito la storia della banca nata nel 2005 ed ha sottolineato come gli obiettivi di crescita prefissati tra il 2012 e il 2018, fossero già stati raggiunti nel 2015 e così per i piani di crescita successivi.

“Parliamo – ha detto il presidente – di obiettivi di crescita raggiunti con indicatori a doppia cifra, nonostante le difficoltà del mercato. Dal 2012 ad oggi i risultati economici sono sempre positivi. L’unica perdita grande e incolmabile, è quella di Enzo Donald Mularoni, che ha dato tanta forza per raggiungere scopi prefissati”. Enzo Donald Mularoni fu tra i soci fondatori della banca che accomuna nella compagine sociale i più grandi imprenditori della Repubblica.

“Tra l’altro – ha aggiunto il presidente – i nostri bilanci, essendo la banca giovane, non si sono dovuti confrontare con scudi fiscali e crisi del mercato immobiliare”. Per questo, hanno aggiunto dal Cda, siamo “profondamente amareggiati da quanto sta accedendo nel paese”.

“Il presidente – ha detto Simona Michelotti, membro del Cda – ha anticipato i dati della banca che danno conferma della sicurezza e solidità dell’istituto di credito. Noi ci tenevamo a chiarire la situazione di chiacchiere e rumors che da parecchi mesi si susseguono e che sono arrivate fino alla stampa. Già dai primi di agosto erano iniziate queste voci di operazioni in titoli rischiosi, che avrebbero determinato perdita di 30 milioni, mettendo a rischio solidità della banca. Addirittura queste voci erano arrivate a sostenere che i maggiori azionisti della banca, avessero dato le dimissioni, ma la coincidenza vuole che Bcsm fosse in Bsi per una ispezione settoriale sul comparto titoli, che poi si è chiusa senza rilievi sostanziali. Comunque, in quel periodo abbiamo ritenuto fosse una chiacchiera a cui non dare peso. Fino a quando il 2 febbraio, Nicola Celli sul proprio sito, ha pubblicato la notizia che il tribunale stava indagando. Questa notizia si spingeva ad affermare che questo investimento sbagliato avrebbe azzerato il patrimonio della banca. Abbiamo chiamato Banca Centrale che ha ribadito che ove ci fossero gravi irregolarità Bcsm si sarebbe già mossa. Non c’è stata alcuna perdita su titoli, questo è certo e confermato dai dati. Questo ha tutta l’aria di essere un atto di concorrenza sleale con un atto di vigliaccheria, come l’uscita su un sito che faceva intendere le cose più brutte. Per quanto ci riguarda possiamo solo lavorare per una competizione sana nello spirito etico che contraddistingue le nostre imprese e la nostra banca”.

Le fa eco Emmanuel Colombini: “Credo che questa banca sia nata, qualche anno fa, con alla base gli stessi principi con cui gestiamo le nostre aziende: correttezza ed etica dei comportamenti. Essere colpiti da tali notizie infondate che mettono in dubbio la caratteristica che anche le nostre aziende professano e portano avanti, è la cosa che fa più male”.

“Per questo riteniamo – ha aggiunto Paolo Mularoni – che in situazione di dicerie per noi sia importante portare dati comprovati nei fatti”. Tocca quindi al Direttore Generale, Gabriele Monti, illustrare i dati.

“I problemi che assillano il sistema sono liquidità e Aqr. Ebbene, noi abbiamo una liquidità pari al 70% dei nostri attivi,  immediatamente disponibile a coprire tutte le esigenze. Il che significa che se tutti i correntisti volessero ritirare i soldi oggi, copriremmo le richieste e resterebbero ancora ulteriori 50 milioni. Quanto all’Aqr, sia quello condotto con la dirigenza Savorelli, sia

quello giunto a conclusione con la nuova dirigenza, attestano entrambi che la nostra banca è già in grado di rispettare i parametri di Basilea3, siamo cioè già in linea con il futuro. Oggi i clienti sono oltre 6000, ma contiamo di raggiungere il numero di 7300 correntisti. E’ previsto anche l’aumento del numero dei dipendenti che ad oggi sono 51 con una età media di 30 anni”.

La pubblicazione delle voci ha causato una “richiesta minima di chiudere i rapporti, anzi, molti sono stati aperti in questo periodo, oltre una cinquantina di nuovi conti correnti”, afferma il direttore Monti che parla di uscite per circa 4 milioni. “Minima – sottolinea – rispetto ai numeri e alla solidità della banca”.

La Bsi non ha tuttavia deciso di sporgere denuncia. “Nostro intento è di non dare credito a queste dicerie, ma di portare l’attenzione sui fatti che possiamo rappresentare quanto ai risultati di Bsi”.

“Non abbiamo individuato chi si è sporcato con il fango che ha sparso. Né è nostra intenzione andare ad agire verso chi ha pubblicato le notizie, anche perché non ha mai pubblicato nome di Bsi. Insomma, anziché spendere soldi in azioni legali, preferiamo quindi impiegarli al meglio per altre iniziative utili”, ha concluso il presidente Dini.

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