Carisp, le svalutazioni erano state indicate da anni dal Fondo Monetario
Come anticipato nell’articolo pubblicato lo scorso lunedì, ci occupiamo di Cassa di Risparmio ed in particolare degli effetti negativi che il suo dissesto ha prodotto e produrrà sul quadro generale della finanza pubblica.
REDAZIONE ECONOMICA – Non è un mistero, infatti, che la quota più consistente di debito pubblico (numeri alla mano circa il 50%) derivi proprio dallo sforzo che lo Stato sammarinese ha sostenuto nel recente passato (oltre 200 mln € di intervento pubblico per rafforzamento patrimoniale) e dovrà sostenere nel prossimo futuro (quasi ulteriori 500 mln € di intervento pubblico con l’emissione dei c.d. titoli irredimibili) per ripianare le perdite riportate dalla banca, di cui nel corso degli ultimi anni è diventato azionista unico.
Vista la straordinaria dimensione dei problemi emersi in Cassa di Risparmio di cui si dovrà inevitabilmente fare carico l’intera comunità sammarinese, è doveroso fornire una risposta chiara ed inequivocabile alla domanda più ricorrente tra tantissimi cittadini dell’antica terra della libertà che guardano con forte preoccupazione al futuro loro, dei loro figli e dei loro nipoti: è stato veramente il CdA “montepaschiano” presieduto da Nicolino Romito e nominato dalla coalizione di governo Adesso.sm, ad aver generato il buco di oltre 500 mln di euro, certificato con l’approvazione del bilancio 2016 avvenuta nell’ottobre 2017 da parte dell’assemblea dei soci?
La risposta è no, ed emerge dai documenti. (…)
Articolo tratto da L’informazione di San Marino
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