San Marino. Sputnik V, In arrivo 7.500 dosi

San Marino. Sputnik V, In arrivo 7.500 dosi

In arrivo a San Marino 7.500 dosi del vaccino russo Sputnik V

Un successo della diplomazia dovuto agli ottimi rapporti con la Federazione Russa intessuti dal Segretario di Stato Beccari con l’Ambasciatore Sergey Razov

Il Segretario per gli Affari Esteri, Luca Beccari, è riuscito ad acquistare dal Fondo Russo per gli Investimenti (RDIF) 7.500 dosi dell’ormai famoso vaccino Sputnik Vil prezioso antidoto al Sars-CoV-2 messo a punto dall’Istituto Nazionale di epidemiologia e microbiologia Nikolai Gamaleya di Mosca. Già da domani le preziose dosi dovrebbero giungere in Repubblica dove verranno provvisoriamente stoccate in attesa delle autorizzazioni al loro utilizzo. Un’operazione di alta diplomazia realizzata grazie al rapporto che esiste fra la Repubblica di San Marino e la Russia gestito dal potente Ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov.

I rapporti di amicizia, in questo caso intessuti già nella precedente legislatura e che si sono concretizzati con la visita dell’ancor più potente Ministro per gli Affari Esteri della Federazione Russa, Sergey Lavrov, hanno consentito di sbloccare una partita cruciale per le sorti della Repubblica di San Marino, completamente abbandonata, nonostante gli accordi, dall’Italia e dall’Europa.

Il vaccino deve ancora trovare la certificazione dell’Ema, l’agenzia europea per i medicinali, che ne autorizza l’uso, ma sono già numerosi i Paesi che lo stanno sperimentando con successo (in Europa l’Ungheria, in America Latina, Argentina e Venezuela, in Oriente Emirati Arabi e Iran).

A rendere famoso il vaccino russo è stata la prestigiosa rivista Lancet che nello studio pubblicato agli inizi di febbraio ne indica un’efficacia del 91,6% (in linea con Pfizer e Moderna) senza aver constatato effetti collaterali gravi.

Un problema da superare resta quello legato anche al vaccino AstraZeneca il cui utilizzo viene consigliato in soggetti di età non superiore ai 60 anni, ciò perché non agisce sull’Rna messaggero, come le tecnologie Pfizer e Moderna, ma sulla inoculazione di due virus modificati in modo da istruire il corpo a preparare proprie difese qualora dovesse incontrare il Sars-CoV-2. Le dosi, che non necessitano di essere conservate a bassissime temperature, resteranno in deposito presso l’Istituto di Sicurezza Sociale in attesa che il Consiglio Grande e Generale si esprima sul loro utilizzo, come del resto già indicato nell’ordine del giorno approvato dalla Commissione Sanità.

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