Torna, come ormai succede da tanti anni, la bufala del Crocifisso attribuito a Michelangelo che sarebbe transitato per San Marino prima di essere affibbiato per soldi veri a qualche finto credulone pronto ad attingere a una borsa pubblica.
Addirittura, stando a Il Fatto Quotidiano, adesso pare che di Crocifissi ce ne siano due, per raddoppiare ovviamente se è possibile le opportunità di guadagno zigzagando fra massoneria, ‘ndrangheta (chissà quanto autentiche) e finti cretini senza scrupoli, e, forse, anche cretini veri.
Il personaggio chiave della storia del secondo falso Michelangelo – arrivato
sulle scene pubbliche dopo quello acquistato dall’ex ministro Bondi – è Giorgio
Hugo Balestrieri, toscano di nascita, massone dichiarato. Nel 1981, poco prima
dell’esplosione dello scandalo della P2 di Licio Gelli, emigrò molto velocemente
negli Stati Uniti, divenuta la sua seconda patria. Il suo nome – che all’epoca
si incrociava con personaggi di peso, come Elio Ciolini – è tornato nelle
cronache giudiziarie alla fine del 2008, quando il Pm della Dda di Reggio
Calabria Roberto Di Palma chiede l’arresto di 28 persone accusate, a vario
titolo, di essere vicine alla cosca dei Molè, famiglia di ‘ndrangheta della
Piana di Gioia Tauro.
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Fatto Quotidiano. ‘Ndrangheta, massoneria e il caso