San Marino. Sul pasticciaccio di via del Voltone. Lettera di Pier Roberto De Biagi

San Marino. Sul pasticciaccio di via del Voltone. Lettera di Pier Roberto De Biagi

Considerazioni di Pier Roberto De Biagi in una  lettera a Libertas su quanto avvenuto e sta avvenendo in via del Voltone, ormai – può essere inteso diversamente? – luogo pubblico di scontro fra interessi interni ed esterni alla Repubblica di San Marino e comunque non a vantaggio della Repubblica di San Marino. La fiducia nel sistema finanziario sammarinese comincia ad essere pericolosamente a rischio perfino presso gli stessi sammarinesi. 

Caro Professore,  
a nessuno sfugge che Banca Centrale  è ormai sotto assedio permanente e qualche buon motivo ci sarà. Ma quel che sconcerta è che di fronte a questa sua condizione vengono messe le istituzioni, la politica, ma soprattutto i sammarinesi. Un membro del Collegio sindacale – Massimo Francioni, persona misurata e perbene – se ne va in modo un tantino rumoroso, non mandando a dire quello che in molti pensano (e qualcuno si avventura persino a scriverlo) dei vertici dell’Istituto: “problematiche reputazionali”, “mancanza di ogni forma di dignità”, “crollo di fiducia”. E neppure viene risparmiato il Segretario di Stato per le Finanze, che “in questa vicenda si è giocato tutta la credibilità che aveva”. E Banca Centrale che fa? Riunisce d’urgenza il Consiglio direttivo, “prende atto delle dimissioni”, “contesta con forza la fondatezza delle motivazioni addotte da Francioni e ne stigmatizza il comportamento”, ritiene “infondate e censurabili le dichiarazioni da lui rese alla stampa” e poi – immancabile – l’avvertimento: “a tutela dell’onorabilità della Banca saranno oggetto di valutazione le più opportune azioni anche giudiziarie da intraprendere”. Non una parola su Valentini – ci penserà il Governo? – benché inscindibilmente legato, nel bene e nel male, al suo   triumvirato di vertice. E qualcuno, forse nello stesso PDCS, anche con questi segnali cerca ancora una volta di farglielo capire,  se ancora non ci fosse arrivato. Del resto in Banca d’Italia le porte, per noi, restano ancora  rigorosamente sbarrate nonostante i proclami durante il suo insediamento alla presidenza – un anno e qualche mese fa – del Prof. Renato Clarizia. E i tavoli tecnici romani? Peggio ancora, raccontano. Un disastro! Cosicché Valentini, sempre più ossuto, incassa colpi a dismisura. Ma tutti – Banca Centrale, Valentini, il Governo – non sono, in definitiva, che la metafora di un Paese destinato alla catastrofe, di cui però nessuno di loro pare aver percezione. Ed è così che i vertici di Banca Centrale vengono eretti quasi a feticcio, perché garanti, forse, di un patto scellerato che attraversa politica, finanza, imprenditoria e lobby rampanti. Se però il feticcio crollerà, com’è a questo punto presumibile, le sue macerie e quelle di un intero sistema non investiranno solo Valentini e la sua maggioranza, ma franeranno rovinosamente sulla Repubblica e sui suoi cittadini, in gran parte  incolpevoli e incontaminati.
Pier Roberto De Biagi

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