San Marino. Voluntary usata per ripulire capitali frutto di reato: 500mila euro sotto sequestro. L’informazione

San Marino. Voluntary usata per ripulire capitali frutto di reato: 500mila euro sotto sequestro. L’informazione

Segue puntualizzazione dell’avv. Cavallaro

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Voluntary utilizzata per riciclare 500mila euro sotto sequestro / Secondo l’accusa quei soldi, di un imprenditore legato alle cooperative rosse, sono frutto di reati non “regolarizzabili”

L’utilizzo di uno strumento lecito per ripulire capitali frutto di reato. E’ questo che l’autorità giudiziaria sammarinese contesta ad un imprenditore italiano: il fatto che, attraverso la voluntary disclosure, volesse regolarizzare soldi non regolarizzabili, perché denari che, secondo l’accusa, sono frutto di reati che non rientrano tra gli illeciti “condonati” dalla procedura di rimpatrio dei capitali.

La settimana scorsa ItaliaOggi aveva dato conto del sequestro titolando “San Marino blocca i rimpatri” e riferendo che “Le banche di San Marino stanno bloccando i conti sammarinesi dei clienti italiani che hanno fatto la voluntary disclosure”. In realtà nei casi in cui sono stati disposti sequestri di capitali, questi sono avvenuti per contestazioni di riciclaggio di denaro ritenuto provento di reati, e quindi non “regolarizzabile”. Il caso più recente è quello del conto dell’imprenditore perugino, Leonardo Giombini, con una storia vicinanza alle cooperative rosse, alle giunte di sinistra, e alle opere di ricostruzione post terremoto in Umbria. Il conto di Giombini è stato posto sotto sequestro dalla magistratura perché quei soldi sono ritenuti frutto di reati quali appropriazione indebita emissione di false fatture e altri illeciti che avrebbero impedito comunque la regolarizzazione dei fondi. (…)

Leggi l’intero articolo di Antonio Fabbri pubblicato dopo le 23

Sabato 5 marzo sullo stesso quotidiano, L’informazione di San Marino, è stato pubblicato il seguente testo:
Gentile Direttore, ho letto con sgomento e indignazione la notizia, pubblicata sulla prima pagina dell’edizione del 2 marzo del vostro giornale, relativa al fatto che il mio assistito, il dotto Leonardo Giombini, sarebbe stato destinatario di un provvedimento di sequestro delle proprie disponibilità finanziarie detenute presso un istituto sammarinese. Siamo sgomenti e indignati non solo per l’ingiusto provvedimento giudiziario che ha riguardato il mio assistito, che non mancherà di difendersi nelle sedi opportune, ma soprattutto per la dovizia di particolari con cui avete dipinto un affresco altamente lesivo e diffamatorio per l’immagine e la reputazione del dottor Giombini. L’indignazione aumenta se si considera il fatto che i particolari, che il vostro giornale riporta e di cui siete entrati in possesso, alcuni dei quali tratti pedissequamente da stralci di atti giudiziari secretati, non possono che essere il frutto di contiguità con ambienti che, al contrario, dovrebbero garantire la massima imparzialità, e riservatezza, ponendo i malcapitati cittadini italiani, che hanno la sfortuna di imbattersi nella giustizia sammarinese, di potersi difendere equamente.
Non ritenendo corretto né giusto intraprendere un processo sulle colonne di un giornale, ciò che preme stigmatizzare è che il dott. Giombini, né in Italia né tantomeno all’estero, ha mai subito alcuna condanna penale definitiva. L’ipotesi di reato configurata dal Commissario della Legge (ricic1aggio) non è del resto configurabile neanche in astratto né, per esercizio concettuale, nel caso in esame: la voluntary disclosure è un’operazione di disvelamento con la quale si dà evidenza alle pubbliche autorità italiane (l’Agenzia delle Entrate e la Procura della Repubblica competente) dell’esistenza di attivi esteri che prima erano nascosti. Configurare il riciclaggio in un’ipotesi del genere, in cui si disvela la verità anziché nascondere, non è ontologicamente possibile. Siamo certi che le accuse totalmente infondate, sulle quali si fonderebbe secondo il vostro giornale – il provvedimento dell’autorità sammarinese, oltre ad essere altamente diffamatorie, nella sostanza dei comportamenti ascritti e nelle modalità con cui sono state diffuse, rimarranno tali. Per queste ragioni, la diffido, in qualità di direttore responsabile della testata, alla pubblicazione della presente in una posizione adeguata e analoga a quella dell’articolo “Voluntary utilizzata per riciclare cinquecentomila euro sotto sequestro” del 2 marzo. In caso contrario, saremo costretti ad intraprendere ogni utile azione, in sede civile e penale, a tutela della reputazione del dott. Giombini.

Avv. Vincenzo Josè  Cavallaro

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