San Marino. Cessione crediti Delta … Come si stanno facendo gli interessi di Carisp?

San Marino. Cessione crediti Delta … Come si stanno facendo gli interessi di Carisp?

L’informazione di San Marino: Cessione crediti Delta, spunta scambio di lettere. Come si stanno facendo gli interessi di Carisp?

Antonio Fabbri

Spunta uno scambio di lettere tra il Direttore di Cassa di Risparmio di San Marino, Dario Mancini, e il Presidente della Società di gestione crediti Delta. Uno scambio di lettere tra luglio e agosto scorsi che fa riflettere su come si stia agendo per fare o meno gli interessi di Cassa di Risparmio. In sostanza, nonostante la proprietà, cioè lo Stato, in seguito anche alla deliberazione della Commissione Finanze, abbia dato il via libera alla cessione del cosiddetto “pacchetto Arcade” dei crediti Delta, ci sono ancora dei tentennamenti. Dall’opposizione la contrarietà alla cessione è stata manifesta prima e dopo il voto in Commissione, basato peraltro sui riferimenti tecnici e sull’approvazione unanime del Cda di Carisp e l’avallo dei Sindaci espresso proprio in quella sede.

Poi, evidentemente, in contrasto con le deliberazioni assunte dall’organismo consiliare, la linea di contrarietà sostenuta dall’opposizione deve essersi insinuata anche negli organismi sociali della banca, tanto che si è innescato una sorta di temporeggiamento e una sorta di ostruzionismo verso la cessione. Comportamento tale da fare rischiare grave danno per la Cassa stessa e per gli altri soggetti creditori di Delta, con la paventata possibilità, ancora più grave, di fare ricadere su Cassa di Risparmio il danno arrecato a terzi. Questo, almeno, quanto si evince dallo scambio di missive tra il Direttore generale di Carisp, Dario Mancini, e il Presidente della Società di Gestione Crediti Delta, Domenico Livio Trombone. Circostanze che, tra l’altro, entrano nella sfera di attenzione di una interpellanza formulata la scorsa settimana da Rete.

Una interpellanza che si potrebbe definire “retorica”, dato che, alla luce dello scambio di missive tra Carisp e Sgcd, pare formulare domande sulla base di risposte che gli interpellanti sembrano conoscere già.

Il problema, però, è proprio nel contenuto delle due lettere che da un lato mostrano una Cassa di Risparmio che “cincischia” nonostante decisioni già prese dagli organismi della banca e nonostante il mandato ottenuto dalla proprietà, lo Stato, sulla base della deliberazione di cessione adottata in Commissione Finanze. Dall’altro vede Sgcd, che – ricordando mesi di trattativa, confronti, riferimenti, spiegazioni tecniche, incontri, deliberazioni – solleva sostanziali preoccupazioni, mettendo in guardia Cassa verso i danni che questa posizione di continuo rinvio e “illegittimo” ostruzionismo, può arrecare a tutti i soggetti interessati.

Ora, se c’è da capire come mai gli organi direzionali di Carisp prendano posizioni che mirano a rinviare decisioni già deliberate, quello che appare chiaro sono i danni – stando alla lettera di Trombone – che il temporeggiare mandando per le lunghe l’iter, fino a dare l’impressione di voler ritrattare deliberazioni adottate, potrebbe arrecare a Cassa e, di rimando, allo Stato di San Marino che è praticamente socio unico di Carisp.

La lettera del direttore di Carisp Mancini In sostanza nella lettera firmata dal Direttore di Carisp datata 20 luglio 2018 si pongono ulteriori pre-condizioni alla firma per la cessione. Condizioni che riguardano, tra l’altro, la chiusura dell’Accordo di Ristrutturazione prima della cessione, la co-gestione di una parte dei crediti del portafoglio Arcade, la liberazione di Cassa da una fidejussione prestata nell’ambito della vicenda Delta, e un accordo sui residui attivi delle finanziarie Carifin Italia, Plusvalore e Detto Factor. Richieste che, però, non vengono prese bene da Sgcd che anzi le ritiene illegittime e ostruzionistiche rispetto agli accordi raggiunti e alle deliberazioni già adottate, tanto da causare ai soggetti interessati una serie di danni.

La risposta del presidente di Sgcd, Trombone Ad elencare i danni paventati è il presidente di Sgcd Trombone in una lettera del 3 agosto 2018 in risposta alla missiva firmata dal Direttore Carisp, Dario Mancini. Scrive Trombone:

“Il vostro comportamento potrebbe cagionare rilevanti danni:

a) ai Creditori Aderenti diversi dal Vostro istituto, i quali con la cessione del crediti potrebbero ottenere, in tempi brevi, il rimborso complessivamente di circa euro 56 milioni, incassando una cifra significativamente superiore a quella che riceverebbero nel caso la cessione non avvenga;

(b) all’investitore Cerberus, il quale pur essendo consapevole che la cessione è sottoposta all’approvazione dei Creditori Aderenti e che il Vostro Istituto ha un potere di veto, ha riposto e ripone legittimo affidamento sul fatto che detto potere venga esercitato nel rispetto dei principi da buona fede e correttezza;

(c) ai dipendenti del gruppo Delta, i quali in mancanza di accordo vedranno sfumare la possibilità che 40 di loro vengano assunti dall’offerente (…)

(d) a Carifin, Plusvalore e Detto Factor, per i costi sostenuti nel processo di cessione (compresi quelli sostenuti dalla scrivente Società che, in ultima istanza, sono a carico delle predette società) e quindi, di riflesso nuovamente ai Creditori Aderenti diversi dal vostro Istituto (in termini di minor rimborso dei propri crediti). Il Vostro comportamento – scrive Trombone – è in definitiva talmente al di fuori delle prerogative attribuiteVi dall’Accordo di Ristrutturazione, che non riusciamo a vederne alcuna legittima ragion d’essere, se non il perseguimento di un vantaggio ingiusto, per cui ci riserviamo le opportune verifiche sulla rilevanza penale dello stesso, a tutela dei legittimi diritti di SGCD e dei Creditori Aderenti”.

La risposta del Presidente di Sgcd termina avvertendo che se l’atteggiamento ritenuto illegittimo e ostruzionistico di Carisp non dovesse cessare, si vedrebbe costretto a segnalarlo a Banca d’Italia, al Tribunale di Bologna, a Cerberus e alle rappresentanze sindacali del gruppo Delta, per le azioni di tutela dei lavoratori del gruppo. Tra l’altro Trombone rileva nelle premesse della risposta a Mancini che Carisp “ha già approvato la cessione dei crediti e risulta chiaramente che ha assunto tale decisione ritenendo congruo il prezzo offerto e conveniente l’operazione”. E cita le deliberazioni degli organismi di Cassa, la deliberazione della Commissione Finanze, l’approvazione dell’Assemblea dei soci Carisp, le dichiarazioni pubbliche, il bilancio approvato che tiene conto delle entrate conseguenti alla cessione e le linee guida del piano industriale di Cassa. Trombone rileva infatti che “il prezzo offerto determina un incasso significativamente superiore rispetto alle stime di incasso dei medesimi crediti, in caso di mancata cessione, al netto dei costi di gestione e recupero”.

“La cessione porta al salvataggio di Cassa” Non è tenero il presidente di Sgcd quando afferma che “E’ evidente che in un contesto nel quale la cessione dei crediti è conveniente per tutti i Creditori Aderenti ed il prezzo è unanimemente ritenuto congruo – e tali circostanze sono già state riconosciute dal Vostro istituto – la pretesa contenuta nella Vostra comunicazione di condizionare l’assenso definitivo al raggiugimento di accordi che non hanno nulla a che vedere con la cessione, rappresenta un uso palesemente strumentale, abusivo e contrario a buona fede e correzza (…) e quindi un palese e grave inadempimento da parte del vostro istituto agli obblighi imposti dall’Accordo di Ristrutturazione. Accordo di Ristrutturazione che, va ricordato, attraverso un’operazione di sistema, condotta sotto al vigilanza della Banca d’Italia, ha determinato un assetto favorevole per Cassa di Risparmio di San Marino ed anzi probabilmente il salvataggio della stessa assieme alle società del gruppo Delta”.

Se le cose stanno come mette nero su bianco Trombone, forse una riflessione andrebbe fatta su come si stanno facendo gli interessi di Carisp.

 

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