07 Offshore – Ecofin, riparte lo scontro sui paradisi fiscali. Corriere della Sera, Ivo Caizzi

07 Offshore – Ecofin, riparte lo scontro sui paradisi fiscali. Corriere della Sera, Ivo Caizzi

Corriere della Sera

07 Offshore – Ecofin, riparte
lo scontro sui paradisi fiscali

Ivo  Caizzi


Rostowski vuole sbloccare il no dell’Italia alla linea
morbida. Ma con l’attacco speculativo in corso…

II ministro delle Finanze polacco e neo-presidente
dell’Ecofin, Jacek Rostowski, ha dichiarato al Corriere che intende impegnarsi
per «sbloccare» il veto italiano alla revisione della direttiva sulla
tassazione del risparmio dei cittadini europei non residenti. Ma l’attacco
della speculazione finanziaria ai titoli di debito dell’Italia, che impone al
governo di Roma di risanare al più presto i conti pubblici anche recuperando
l’evasione fiscale, potrebbe portare il ministro dell’Economia Giulio Tremonti
a mantenere la sua richiesta di sanzioni efficaci contro chi evade le tasse
dietro al segreto bancario dei centri offshore . Domani nell’Ecofin dei
ministri finanziari, a Bruxelles, è in agenda proprio il tentativo di
composizione dello scontro esploso nella riunione del maggio scorso. Allora
Tremonti, che in passato era stato molto criticato per il basso costo della sua
sanatoria dell’evasione all’estero («scudo fiscale»), bloccò tutto pretendendo
una revisione in grado di far recuperare una parte significativa degli ingenti
capitali italiani fuoriusciti illegalmente verso la Svizzera, Montecarlo o
San Marino. Questi paradisi fiscali, pur esterni all’Ue, si sono impegnati ad
applicare la direttiva sulla tassazione degli europei non residenti. Accordi
analoghi dovrebbero essere poi conclusi dall’Ue con altri centri offshore nelle
ex colonie britanniche e olandesi, nei Caraibi e nel resto del mondo. Tremonti
manifestò apprezzamento per le modifiche apportate al testo, che era nato
depotenziato su pressione dei Paesi attenti agli interessi dei paradisi fiscali
(Gran Bretagna, Olanda, Lussemburgo, Austria) e si è rivelato un colabrodo
nella lotta all’evasione transfrontaliera. Ma contestò all’Ecofin la
sorprendente assenza di sanzioni, che genererebbe forse l’unica legge al mondo
sulle tasse priva di penalità per chi le evade. il commissario Ue per la Fiscalità, il lituano Algirdas
Semeta, domani dovrebbe presentare un rapporto sul primo periodo di attuazione
e tentare con Rostowski un compromesso.

Il governo italiano ha interesse all’approvazione rapida di
un testo in grado di frenare i flussi di capitali verso il Lussemburgo, la Svizzera o i vari
Montecarlo e San Marino. Ma questi paradisi fiscali, insieme a Gran Bretagna e
Olanda, avevano accettato la direttiva Ue perché di fatto potevano farla
gravare solo sui piccoli depositanti. A chi trasferiva ingenti capitali, le banche
proponevano trucchi finanziari per non far pagare nulla al fisco del Paese di
residenza (senza correre rischi grazie al rigido segreto bancario) .
Lussemburgo, Olanda e Gran Bretagna, che tutela anche la City di Londra (epicentro con
la Svizzera
del business offshore), frenano sulle sanzioni. Ma l’attacco al debito
dell’Italia, che mette a rischio l’intera Eurozona, potrebbe convincere
l’Ecofin dell’utilità di una stretta sui paradisi fiscali anche in funzione
anti-speculatori. Perché è da lì che transita una massa enorme di operazioni
finanziarie e di veicoli del cosiddetto shadow banking. Ed è lì che vengono
custoditi (dietro il segreto bancario) enormi guadagni incassati speculando
contro il debito dei Paesi dell’Eurozona con conti pubblici in difficoltà.

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