Corriere Romagna Rimini. A proposito del ciclista professionista finito contro l’auto ammiraglia.
(…) Un taglio così profondo
e netto, per stessa ammissione dei medici, «non
si è mai visto: stando ai casi passati, nel giro di due o
tre minuti sarebbe dovuto arrivare il decesso». Ma il
ragazzo, originario del Sudafrica e da anni residente
in Nuova Zelanda, è ancora vivo, l’ambulanza a sirene
spiegate corre lungo le strade. La sala operatoria è
allestita a tempo di record e anziché impiegare i canonici
venti, venticinque minuti, quel pomeriggio se
ne impiegano poco più di due. Manca però il sangue:
non si conosce quello del giovane; scatta un’ulteriore
corsa per portare le sacche di zero negativo, compatibile
con tutti i tipi. Arriva, assieme all’ambulanza.
(…) E l’equipe dei medici non vuole sentire parlare di
miracoli: «Abbiamo fatto il nostro dovere, un magnifico
lavoro di squadra», spiegano poco dopo soddisfatti.
Vero però che «il ragazzo è stato “preso per
i capelli” e se ci fosse stato anche il minimo sbaglio
e ritardo lungo tutta la catena di soccorso non saremmo
riusciti a salvarlo». Questione di secondi,
che dividono il confine sottile tra la vita e la morte.