Vintage: la moda prende vita due volte

Vintage: la moda prende vita due volte

L’interesse verso oggetti del passato, che con il tempo acquisiscono valore economico e un’aura quasi cult, fa tendenza, nel nostro paese come nel resto del mondo. Capi unici, simboli dello stile di un tempo, che, hanno fatto epoca e che rivivono con le nuove generazioni. L’abito e l’accessorio vintage si differenziano e si contraddistingue dal generico “seconda mano”, poichè la caratteristica principale non é tanto quella di essere stati utilizzati in passato, quanto il valore acquisito nel tempo per doti e caratteristiche con i medesimi elevati standard qualitativi in epoca moderna.

Colori pastello mixati a tinte accese, occhiali da sole leggeri ma oversize, turbanti con infinite fantasie, grafiche retró, accostamenti azzardati. L’eleganza rompe gli schemi. Ci sono cose che chi vuole vestire vintage deve possedere obbligatoriamente: le cose più importanti sono senza dubbio gli accessori. Ovviamente non c’è limite nell’abbinamento degli abiti, tutto dipende dalla vostra creatività e dalla vostra fantasia. Potremmo analizzare anno dopo anno i vari stili per poter capire quale più si adatta alla nostra anima e fisicità.

Partiamo dagli anni ’20. Lo stile è di sicuro il più trasformista. I vestiti sono comodi, i capelli con taglio alla maschietta/garconne e il viso molto enfatizzato con il trucco nei suoi tratti salienti, per mettere in evidenza una sensualità giocosa e consapevole. Lo stile anni ’30,invece è elegante e raffinato, osando con stampe voluminose e richiami alle tele degli artisti avvolti in abiti da sera lunghi e drappeggiati. Di giorno i vestiti sono aderenti e comodi grazie ai tessuti come il jersey a cui si può abbinare un cappottino ampio e l’immancabile cloche, il cappello a campana perfetto per incorniciare il viso.

Il look anni ’40 è austero, la silhouette degli abiti è quella di Elsa Schiapparelli definita a grattacielo, con le spalle dritte a definire le braccia ben tornite, gli abiti sono spessi con stoffe ruvide, e calzature pesanti. Lo stile anni ’50 è femminile, si punta molto sul punto vita definendolo il più possibile, le gonne si allungano e i fianchi si allargano valorizzati dalla gonna a ruota. Nello stile anni ’60 la figura cambia, gli abiti sono dritti, le gonne si accorciano e le fantasie si fanno psichedeliche. Le gambe vengono valorizzate dagli stivali alti, il viso incorniciato da una fascia che tiene fermi i capelli cotonati.

Nel look anni ’70 un tornare alla natura e all’anticonformismo. Le gambe coperte da ampi pantaloni svasati sul fondo, gli storici  jeans a zampa d’elefante, abbinati  a scarpe con il tacco grosso con elementi naturali come il legno e il sughero. Gli accessori immancabili sono la borsa con le frange e il poncho dalla cultura degli indiani d’America.

Per concludere, gli anni ’80 non sono stati il periodo migliore per la storia della moda, però hanno creato tendenze. La nascita del power dressing, cioè il vestirsi per raccontare il proprio potere. Lo stile è quello degli abiti armatura, le spalle sono voluminose  e conferiscono la loro autorità mantenendo però la voglia di femminilità erotica. Il mondo vintage è fatto di dettagli, ispirazione e tanta creatività: basta un accessorio per trasformare un banale outfit in un look vintage raffinato.

A questo punto, cercate nell’armadio delle nonne, zie e cugine: riserveranno inaspettate sorprese. In alternativa cominciate ad abbandonare le classiche vie dello shopping a favore di piccoli negozi e mercatini vintage, vere miniere di abiti. Un’avventura, un viaggio alla riscoperta del gusto della classe e del passato. Non come molti pensano “vecchio”,bensì una filosofia di vita, la ricerca del bello, dell’esteticamente vissuto ma in ottime condizioni.

Articolo tratto da lifeandpeople.it

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