La Conferenza degli Enti approva all’unanimità il Bilancio Consuntivo 2018 di Acer Rimini

La Conferenza degli Enti approva all’unanimità il Bilancio Consuntivo 2018 di Acer Rimini

“Nei giorni scorsi si è svolta, la Conferenza degli Enti che ha approvato all’unanimità il Bilancio Consuntivo 2018 di Acer Rimini. Presente il Cda di Acer con il Presidente Riccardo Fabbri, il Vicepresidente Claudia Corsini ed il Consigliere Davide Eusebi. Con loro anche il Direttore Generale Alessandra Atzei”.

Lo annuncia l’Azienda Casa dell’Emilia Romagna della provincia di Rimini, che prosegue «Il Bilancio Consuntivo 2018 presenta dei numeri importanti e affatto scontati – spiega il presidente di Acer Rimini, Riccardo Fabbri – sia sotto il profilo quantitativo, sia sotto quello qualitativo sia, infine, dal punto di vista strutturale. Acer chiude l’anno 2018 con un utile, al netto delle imposte, pari a 324.459 euro. Si tratta con tutta evidenza di un’ottima performance, che fotografa un’Azienda sana, caratterizzata da una gestione sempre oculata e prudente».

La morosità
«Ancor più significativo – continua Fabbri – è il dato riferito alla morosità, in controtendenza rispetto alla perdurante crisi economica. Nel 2018 la morosità relativa all’Erp è del 10,75%. Il miglior risultato dell’ultimo quinquennio e, a titolo emblematico, di quasi due punti inferiore all’anno 2012. Un numero che ha diverse implicazioni, una delle quali è garantire risorse maggiori, Comune per Comune, per effettuare le manutenzioni negli alloggi e migliorare progressivamente la qualità dell’abitare. Non è un risultato casuale. Abbiamo lavorato a fondo in questa direzione per perfezionare le procedure e per contrastare culture assistenziali, presenti tra alcuni inquilini, che vedevano nel pagamento del canone sociale a fronte di un beneficio pubblico rilevante assegnato come l’ultimo degli impegni da rispettare. Su questo fronte, ricordo anche il dato molto positivo relativo alla morosità pregressa recuperata, grazie al lavoro straordinario svolto dall’Azienda, pari a 525.559 euro. Risultati frutto di una scelta condivisa in sede di Conferenza degli Enti che, interpretando con lungimirante sensibilità l’attuale fase sociale, ha consentito di cancellare diversi oneri accessori che gravavano sugli inquilini».

Le attività
«Per quanto riguarda il piano delle attività  – precisa Fabbri –, si è trattato, per grande parte, di un anno di consolidamento al pari degli ultimi anni, nel quale sono venuti a maturazione interventi ed iniziative programmate negli anni scorsi. Permane, infatti, uno scenario con scarse prospettive sul fronte dell’edilizia sociale per la mancanza di investimenti da parte dello Stato. 

Si è trattato però anche di un anno di ampliamento dell’attività e di rafforzamento delle prospettive di ACER: l’avvio di diversi interventi di riqualificazione energetica degli edifici al fine di contenere i costi e garantire minore impatto sull’ambiente nonché di accessibilità utilizzando i fondi previsti dai bandi di gara regionali; la realizzazione di un importante intervento quale stazione appaltante dell’ASP Valloni Marecchiaruolo di gestore sociale e amministrazione condominialenell’importante investimento effettuato dal “Fondo ICCREA Banca Impresa” e “Cassa Depositi e Prestiti investimenti sgr” che ha consentito di realizzare a Rimini il primo intervento di housing sociale a livello regionaleCondomini Attivi” forme nuove di gestione degli spazi comuni e di relazione, sia condominiale che con il territorio, da parte degli assegnatari.

Occupazioni abusive
«A Rimini abbiamo zero occupazioni abusive – spiega Fabbri – inoltre nel 2018 abbiamo certificato 3 agenti accertatori e potenziato la mediazione sociale. Per quanto riguarda invece le occupazioni senza titolo, parte cioè di soggetti che non hanno titolo (contratto di locazione) per permanere nell’alloggio, nel corso del 2018, in ambito provinciale, su 18 procedimenti in corso si sono concluse bonariamente 11 procedure di rilascio attivate nei confronti di assegnatari occupanti senza titolo e 2 sono state eseguite con la procedura forzosa di rilascio dell’immobile di ERP detenuto senza titolo».

Turnover e alloggi di risulta
«Abbiamo ripristinato 148 alloggi di risulta – segnala il presidente di Acer Rimini – di cui 90 nel Comune di Rimini. dal 1998 ad oggi ACER ha reintrodotto nella disponibilità, per la riassegnazione n. 1.689 alloggi. Si tratta di un aspetto che abbiamo più volte esaminato e segnalato, insieme ai Comuni, anche in ambito regionale, indicando l’estrema rigidità del sistema abitativo pubblico: chi prende in assegnazione un alloggio di ERP è lì per sempre! Sarebbe invece necessaria una più significativa mobilità, posto che gli alloggi a canone sociale sono pochi e dovrebbero rispondere alle esigenze sociali delle categorie più deboli: pensionati, lavoratori dipendenti, monoreddito, giovani coppie. La Regione, come sopra ricordato, è intervenuta con l’abbassamento dei limiti reddituali per la permanenza nell’ERP; ma tale intervento non è riuscito del tutto a consentire un turnover capace di far fronte in maniera veramente significativa all’emergenza casa».

L’addio di Riccione
Quello del 2018 è anche l’ultimo bilancio comprendente il comune di Riccione. Alla scadenza prevista al 31/12/2018 il Comune di Riccione non ha infatti rinnovato la concessione con ACER affidando alla Società GEAT la gestione del patrimonio di ERP.

«Si tratta di una scelta legittima – spiega il presidente di Acer Rimini, Riccardo Fabbri – ma è indubbio che l’uscita di Riccione indebolisce l’intero sistema territoriale. Una vicenda che ha avuto diverse anomalie a partire dall’impossibilità di avere un tavolo di confronto con il Comune di Riccione. Solo per fare un esempio, Geat viene delegata dall’Amministrazione Tosi di trattare con Acer. Quando raggiungiamo un’intesa, arriva una lettera dal Comune di Riccione che la nega. Tra l’altro – continua Fabbri – rispetto ad Acer, Geat paga il doppio di Ires e l’Iva interamente. Non è quindi chiaro dove sia il risparmio sbandierato dall’amministrazione riccionese. A quest’ultimo aspetto si lega la palese violazione della Legge Madia e dello stesso Codice dei contratti pubblici che regola gli affidamenti in house. Un tema sul quale si sono espresse in maniera chiara numerose sentenze (da ultimo il Tar Campania) rilevando come l’ordinamento prescriva, per gli affidamenti delle concessioni, l’obbligo della relazione che ne attesti la sostenibilità economica finanziaria (Piano Economico Finanziario). Quello che il Consiglio di Stato ha definito: “Un onere motivazionale rafforzato, che consente un penetrante controllo della scelta effettuata dall’Amministrazione, anzitutto sul piano dell’efficienza amministrativa e del razionale impiego delle risorse pubbliche”. In assenza di un motivato Piano Economico Finanziario, l’atto oltre ad essere illegittimo è insanabile».

 

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