«Uniti possiamo farcela. Il Titano deve adeguarsi»
L’appello di 14 sindaci del riminese contro le misure meno restrittive: «Divisi rischiamo di farci del male, serve un’unica cabina di regia»
MANUEL SPADAZZI. La guerra della tagliatella diventa un caso di Stato. Con l’appello dei sindaci del Riminese che chiedono al Titano di adottare le norme anti-Covid italiane, in particolare il coprifuoco alle 18 per bar e ristoranti, perché «il virus non ha confine». E con le istituzioni sammarinesi che rispondono picche, «perché la situazione a San Marino era e rimane sotto controllo e non ci sono criticità». Lo scontro è cominciato quando l’assessore alla Sicurezza di Rimini Jamil Sadegholvaad aveva bacchettato San Marino: «C’è il rischio che i riminesi, specie nel weekend, si riversino sul Titano alla ricerca di locali aperti di sera». Apriti cielo… Il ministro al Turismo di San Marino, Federico Pedini Amati, ha subito tuonato contro Rimini. Ieri è arrivato il provvedimento che vieta le feste sul Titano, ma per alcuni sindaci del Riminese non basta. Gnassi, il presidente della Provincia Santi, la Parma (Santarcangelo), Giorgetti (Bellaria), Piccioni (Misano), Zanchini (Novafeltria) e altri 9 sindaci hanno lanciato un appello per chiedere a San Marino di uniformarsi alle norme italiane. (…)
Tratto da Il Resto del Carlino
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